La riforma del calcio passa anche dalla classe giornalistica. Cronache e commenti più imparziali

17.11.2017 09:08 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
La riforma del calcio passa anche dalla classe giornalistica. Cronache e commenti più imparziali
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il crollo della Nazionale ha portato in evidenza tutti gli errori compiuti negli anni nel nostro calcio, in primis pensare solo a vincere facile e non costruire partendo dal basso, insegnando calcio ai bambini e non a frodare in campo per una vittoria facile.

Chi pensa ad un ripescaggio a causa della rinuncia di qualche Nazionale, causa guerre, situazioni economiche disperate e via di questo passo, ha davvero una mentalità limitata, perchè le cose bisogna conquistarsele sul campo e non per aiutini vari, come succede spesso in Italia. Da noi, è un dato di fatto, non vince la meritocrazia ma va avanti chi ha conoscenze importanti. In modo assai maligno si potrebbe anche pensare che qualcuno va ad offrire soldi a nazioni affamate per ottenere un posto ai Mondiali 2018 e concedere così la droga di Stato agli italiani. Occorre avere cittadini allegri e festosi, pronti a prendere d'assalto pizzerie e birrerie per vivere insieme i Mondiali da protagonisti. Anche per gli sponsor non è carino stare fuori da un business simile.

A propinare queste scelleratezze sono proprio certi giornalisti che, invece di parlare e analizzare le pecche del calcio nostrano, trovano modo di fare i tifosi ed essere meno professionisti. Certe telecronache sono davvero di un provincialismo incredibile, vedere solo i falli avversari, rigori inesistenti a favore non concessi dall'arbitro e via di seguito. Proprio come ai tempi del fascismo, che in fondo è rimasto un virus mai debellato nella mentalità di molti vecchi del nostro paese che, essendo spesso persone di potere, lo inculcano anche nelle nuove generazioni, che devono sottostare a questa specie di lavaggio di cervello per sopravvivere.

Una come Paola Ferrari della Rai, ad esempio, augura a Buffon di vincere la Champions League per superare il dispiacere di non andare ai Mondiali. A mio parere una giornalista del servizio pubblico non dovrebbe fare la tifosa, perchè in Champions ci giocano anche la Roma e il Napoli e tutti vanno rispettati. Il tifo lasciamolo ai tifosi. Soprattutto per quei giornalisti che entrano nelle case degli italiani in modo massiccio.

Ma c'è anche il risvolto della medaglia, chi ha osato dissentire a questo modo di fare, anche in chiave ironica, è stato messo ai margini, come Maurizio Pistocchi e Paolo Ziliani, rei di aver osato criticare la Juventus, un altro bene di stato quasi alla pari della Nazionale.

Noi, purtroppo, non saremo mai come la Svezia, il cui allenatore pulisce lo spogliatoio di San Siro dopo i festeggiamenti. Alla luce di come è questa Italia, a livello educativo e morale, è meglio che siano passati gli amici nordici, l'Italia ha bisogno di farsi un bell'esame di coscienza per tornare ad essere un paese civile, se mai lo è stato...