L'addio all'inventore della Nutella. Il sogno granata mai divenuto realtà

16.02.2015 08:38 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
L'addio all'inventore della Nutella. Il sogno granata mai divenuto realtà
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© foto di Alessio Bert

Quante volte i tifosi del Toro, negli anni, hanno chiesto a Michele Ferrero, l'ideatore della Nutella e imprenditore del cioccolato a livello mondiale, di comprare il Toro. Una richiesta mai diventata realtà, perchè l'imprenditore di Alba non voleva, per così dire, legarsi in modo evidente ad una squadra di calcio, anche se con Kinder sponsorizza da tempo il settore giovanile. Non si è mai saputo veramente se fosse davvero tifoso del Toro, con un successo planetario come il suo meglio restare fuori dalla bagarre degli ultrà di calcio. Lui cuneese doc, nato a Dogliani e mancato a Montecarlo, aveva mandato i figli all'estero, esattamente a Bruxelles, per paura dei rapimenti, in seguito aveva creato delle società fuori dall'Italia per pagare meno tasse, almeno così dicono le cosiddette malelingue.

Ma perchè i tifosi del Toro sognavano Ferrero (o Lavazza) ai vertici granata? Per cercare di rivaleggiare alla pari con la Juventus e perchè sarebbe stato giusto che una grande azienda piemontese si fosse fatta carico di un club prestigioso come il Torino, abbandonato a se stesso dopo Pianelli, con una serie di presidenti che l'hanno portato al fallimento del 2005. Con Cairo è arrivata una certezza dal punto di vista del bilancio, ma i tifosi vorrebbero vedere una società che osi di più sul mercato, meglio strutturata nei suoi compiti, insomma un club da far tremare la Juventus.

Il rammarico di un matrimonio mai nato rimane nell'animo dei tifosi, come domandarsi se davvero Ferrero non ha mai voluto il Torino oppure se ha ricevuto pressioni dall'alto di farsi, per così dire, gli affari suoi. Non è detto che non succeda in seguito, perchè al timone dell'azienda di famiglia c'è pur sempre il figlio Giovanni, rimasto l'ultimo erede dei Ferrero, dopo la prematura scomparsa di Pietro quattro anni fa. Ricordando un grande imprenditore dell'eccellenza piemontese, abbiamo voluto rammentare anche questo aspetto, con un pizzico di delusione per quell'imprenditoria italiana, anzi piemontese, che è sempre rimasta distaccata dal Torino, lasciandolo spesso affondare senza muovere un dito. Dimenticandosi che la passione estrema dei suoi tifosi avrebbe fatto crescere anche il prestigio della propria azienda, com'è successo a Cairo che ha capito il potenziale del Toro sotto questo aspetto. Ma Cairo è cresciuto professionalmente a Milano, come dire, tutta un'altra storia.