Gli intoccabili e gli invisibili

26.02.2014 00:18 di Marina Beccuti   vedi letture
Gli intoccabili e gli invisibili
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Possiamo scomodare il film di Brian De Palma, solo per il titolo, che è per correttezza "The Untouchables", ma a dire il vero il regista del noir americano sarebbe bravissimo a mettere in scena quello che sta succedendo nel calcio italiano, che poi rappresenta semplicemente la trasposizione della vita sociale e politica in un mondo dall'apparenza dorato. Gli ultimi episodi ci inducono a pensare cattiverie e ad essere assai sospettosi che dopo Calciopoli nulla sia cambiato. Perchè l'Italia è così, mafiosa, corrotta, fascista nelle istituzioni, che diventano "intoccabili" appunto, perchè non è permessa la critica o la contestazione, in quanto vieni subito deferito, squalificato, potessero impiccherebbero ancora la gente che protesta. Così è successo a Borja Valero che ha contestato una decisione di Gervasoni prendendolo per un braccio e, se c'è un giocatore che è sempre calmo e ragionevole, è proprio lo spagnolo della Fiorentina.

Sono "intoccabili" quelle squadre che fanno parte dei pochi gruppi imprenditoriali italiani, che hanno in mano tutte le risorse del paese, chi fa auto e chi informazione, con tante televisioni e che si è anche buttato in politica per salvarle. I loro tifosi possono far entrare (ma come si intrufolano nelle curve questi striscioni? Probabilmente li scrivono direttamente all'interno, perchè sono anche brutti esteticamente parlando, oltre che vili nel contenuto) delle scritte oscene e la loro società la fa franca per 25 mila euro, mentre a Roma chiudono le curve (ricorso respinto, ndr). Poi si parla di riforma della giustizia, altrochè. 

Sono "intoccabili" quegli arbitri che decidono sempre a favore delle big perchè gli fa comodo andare in Europa, arbitrare in Champions League e magari finire anche ai Mondiali in Brasile. Ma devono pur sempre pensare al futuro quando non avranno più un fischietto in bocca. No, non credo che certe società si sporchino le mani a fare telefonate, rischiando di essere intercettate, sono i direttori di gara stessi che decidono di fare certi favori, una volta si chiamava suddistanza psicologica, adesso lo stesso, non si sa mai, se mi serve un aiutino posso sempre ricordare loro: "Ti ricordi quella volta che ti diedi il rigore che non c'era, che non l'ho assegnato al tuo avversario?" e così via.

Perdiamo sempre tempo e denaro per fare ogni semestre un governo diverso, quando a decidere le nostre sorti sono i grossi gruppi imprenditoriali che determinano le fasi della politica, che adesso se ne vanno pure negli Usa, ma continuano a far danni in Italia. Diego Della Valle continua a punzecchiarli, e loro si vendicano, ponendosi addirittura sopra le istituzioni. Perchè sono abituati ai servi, dunque non accettano che qualcuno non s'inchini.

Il Torino di Pianelli subì tanti soprusi dal capostipite, perchè c'erano piccoli imprenditori che volevano camminare da soli ma non potevano. Personalmente conobbi un vecchio dirigente di quel Toro, che si spense di crepacuore perchè la Fiat gli tolse l'azienda, ovvero i due generi accettarono di venderla a loro per non chiudere. Lo vidi piangere, era un imprenditore vecchia maniera, che credeva ancora nel lavoro con un po' di umanità. Ero giovane per capire che quel Toro lo stavano ammazzando perchè voleva camminare da solo. Ma a Torino non puoi farlo, perchè se sei scortese con loro ti abbattono come un cavallo ferito. Loro sono gli "intoccabili" gli altri gli "invisibili" che devono solo eseguire senza chiedersi il perchè.

A proposito, "The Untouchables" parla delle inchieste su Al Capone, processato per frode fiscale. "Tu non sei nessuno", urla Al Capone, ovvero Robert De Niro nel film, contro chi lo sta indagando. Già, è proprio così, noi non siamo nessuno. Siamo "invisibili", magari solo un po' rompicoglioni.