Gigi Meroni, ancora tu... sempre con noi
Non è stato solo un campione amatissimo granata, ma dell'intero pianeta calcio e ancora oggi, quando giunge la storica data dell'ultimo battito della Farfalla Granata, è il mondo del calcio che si ferma. Quella del 15 ottobre è una delle date simbolo della storia del Toro, una delle sue tragedie che toccano terra ma poi s'involano verso la leggenda e il mito. Gigi Meroni, troppo leggiadro per vivere tra i comuni mortali, la sua intelligenza e superiorità morale e artistica erano poca cosa qui in terra, doveva andare a sublimare il creato. Però, già però, le favole sono belle ma anche la realtà può esserlo e Gigi poteva incantare ancora in campo, divenendo la più grande ala della sua generazione che si accostava al calcio moderno, quella generazione che si stava accostando alla beat generation, ai grandi cambiamenti storici e di costume, di un mondo che cominciava a prendere coscienza di una maggiore libertà di pensiero. Forse il periodo più florido intellettualmente parlando. Gigi il campione sull'erba, che amava dipingere, andare a trovare i vecchietti che vivevano nelle soffitte, che amava una donna bellissima e sposata, esaltando l'amore per andare contro alle formalità bugiarde dell'epoca. Perchè Gigi osava, ha sempre fatto di testa sua, per questo è ancora vivo, oh certo, sono passati 48 anni da quella sera un po' piovosa in cui sobbalzò per aria per non tornare più in terra. Era talmente leggero che in terra non riusciva più a posarsi, così cominciò a volteggiare nell'aria per sempre. E' qui, in mezzo a noi, basta coglierne la sua brezza quando ti passa accanto. Ascoltalo, ha ancora qualcosa da dire, soprattutto sii sempre te stesso, non sbaglierai mai.