Elogio del playoff

Marco Mathieu è caporedattore di D di Repubblica, tifoso granata. Ha scritto con Jimmy Fontana: "Il portiere di riserva"
09.06.2010 08:48 di  Marina Beccuti   vedi letture
Elogio del playoff
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© foto di Federico De Luca

di Marco Mathieu

 


Soprattutto quest'anno. Perché arriva nel periodo in cui dovresti averne a nausea del calcio, e fa già abbastanza caldo per liberare gli istinti peggiori, inevitabilmente avviluppati intorno alla tua passione, al tuo senso di appartenenza. Intanto che tutti pensano, si preoccupano e seguono il Mondiale imminente, incombente.


E poi, quale anno migliore con i gobbi prostrati dalla loro peggiore stagione “since 1962” (sembra slogan da gruppo ultras con ambizioni d'abbigliamento, invece spiega il fallimento a strisce e senza colori)? La Champions è finita da tempo, sai che stress la finale secca, e pure l'Europa League, stessa storia, e anche tutti gli altri campionati sono finiti, tutti rilassati, vincenti, perdenti e rassegnati. Noi no.


E allora viva i playoff per tornare in serie A, nemmeno da favoriti, quella posizione tocca al Brescia, al Brescia?, sì a loro, e invece a te tocca poterti sentire parte di qualcosa, della parte all'ombra di una città intera, di un'idea, dell'altro calcio e di tutto ciò che puoi abbinare al granata - sta particolarmente bene con passione, impegno, grinta e sudore - nonostante un campionato incerto e un futuro ancora di più . Chissenefrega.


Di Michele non c'è più e nemmeno il Sassuolo, Sassuolo merda, Sassuolo eliminato, Sassuolo?? sì, quest'anno le abbiamo pure prese dal Cittadella e con la Salernitana in casa e il resto lasciamo stare, non c'è più tempo, e facce nuove da tempo, piuttosto, e la doppia finale contro il Brescia. Nulla da perdere. Avevi mollato? Puoi recuperare, l'hanno fatto i giocatori non può farlo una città, una curva, un singolo tifoso? Si va e si cerca il biglietto, amici, web, telefono, rivendite, bagarini, vale tutto e finalmente è di nuovo così. Mercoledì: riempire il Comunale camuffato da Olimpico, recuperare l'orgoglio, e urlare, gridare, sudare, tifare. Domenica: stessa storia, anche se a Brescia e a rischio incidenti.


Per giocarsi la serie A, la serie A? Sì, la serie A, sembra quasi una simulazione, non è una replica. Non c'è più l'aspettativa pre-delusione di Reggio Emilia, Tricarico espulso, Dorigo fuori, Perugia merda, la mamma di Gaucci.... Nemmeno l'attesa nervosa, sicura e poi incredibilmente affondata ancora contro il Perugia, Jimmy che balla sulla traversa e per tutti gioia infinita, poi tradita. Oltre l'impresa impossibile del ritorno con il Mantova, tutti sul campo, tutti in campo. Perché oltre Brescia qui non si sa nemmeno cosa ci possa essere. Non importa. Non ora, non qui. Ora è TorinoTown. Pura passione, puro tifo. L'impossibile che diventa possibile, come Rooney nello spot in tackle su Ribery, Francesca Schiavone a Parigi, il Sudafrica prima del Mondiale. Come tutto quello che suona inedito, improvviso, e quindi bene. Mentre tutti guardano da un'altra parte. Farà caldo, caldissimo, mercoledì sera a Torino, domenica sera a Brescia. Italia, non Sudafrica. All'ombra del mondo capovolto. E grazie ai playoff. Forza Toro, sempre. Comunque vada.

Ps. Ma i playoff in realtà non sono un'altra cosa? E qui da noi, una volta, non si chiamavano spareggi?