El Kaddouri, una tardiva ma importante continuità
Omar El Kaddouri dal pascolo al faro. No, non è una camminata sulle coste brittaniche, divise tra il verde delle colline e l'altezza vertinginosa dei suoi promontori, ma un metaforico percorso che legittima una stagione che adesso può dirsi positiva.
Dopo un inverno calcistico che poteva far gridare allo scandalo, con prestazioni davvero infime che gli sono costate più volte una sostituzione prematura, la permanenza del belga maghrebino è stata messa più volte in discussione: perché riscattare un giocatore indolente e poco funzionale alla rosa? tuttavia, con le primule e le soddisfazioni europee, la stagione di "El Ka" ha preso una piega decisamente diversa, grazie a prestazioni più concrete e decisamente mature. A cosa è stato dovuto questo cambiamento radicale?
Oltre a una maturazione dal punto di vista caratteriale (doverosa, vista l'età), El Kaddouri è stato affinato dal punto di vista tattico: se prima gli era delegata maggiore libertà di spingersi in avanti, da qualche tempo pare aver arretrato, ma allargato il suo raggio d'azione. Non più trequartista mezzala, ma fluidificante, ruolo che lo costringe a dialogare maggiormente con l'esterno e a seguire i movimenti tipici di una mezz'ala, ma razionalizzandone il gioco e costringendolo a eseguire mansioni di costruzione più ragionate, senza l'assillo di un pressing avversario che più volte ha dimostrato di soffrire.
Così, El Kaddouri ha dato un senso agli sforzi profusi per migliorarsi: non più frenetico e talvolta indolante, ma intelligente ed illuminante, grazie ad un insegnante che ha saputo fagli comprendere ciò di cui aveva bisogno.