E SE un giorno gli sceicchi arrivassero anche in Italia?
Il nostro calcio ha ancora dei Paperoni pronti ad investire per le proprie squadre di calcio, ad esempio Milan ed Inter che sono le due società più ricche della serie A, grazie a Berlusconi e Moratti, il primo proprietario di Mediaset e pure Presidente del Consiglio, il secondo petroliere. Due aziende che non hanno problemi ad ottenere soldi a palate, benzina ed informazione, due rami importanti anche per dettare legge sul mercato, non solo quello economico, ma anche quello calcistico. I prezzi dei giocatori che sembravano essersi ridimensionati negli ultimi due anni, sono tornati a lievitare grazie, o meglio a causa, dell’entrata in scena dei nababbi provenienti da Asia e Russia, che stanno sbarcando in modo massiccio nella Premier inglese.
L’ultima squadra a cadere nella rete degli arabi è stato il Manchester City, che ora metterà in serio pericolo la leadership cittadina dello United. Il primo colpo è stato Robinho, ma stanno già facendo delle avance a Buffon, Torres, Ramos e così via. Chissà cosa ne penserà il regista inglese Ken Loach, che sta sempre dalla parte dei deboli anche nei suoi film e tifa City perché la squadra più popolare e umile della città. Ora non sarà più così e per gli idealisti del calcio puro, fatto di passione e sudore, sarà una delusione tifare per una squadra di “potere”.
Seguendo la stessa logica di Loach anche i tifosi granata simpatizzano per il City, che sentono più simile al Toro per la vicinanza dello United, che rappresenta la Juve d’Inghilterra. Ora crolla anche il mito del City.
Cairo ha messo subito le mani avanti, dicendo che non venderebbe mai il Toro agli arabi. Ma il “mai” di Cairo non è così certo, lo disse anche per De Biasi, che non sarebbe “mai” più tornato ad allenare il Toro, ma che poi ha richiamato ed ora trattenuto sulla panchina. I tifosi granata, pur volendo rimanere duri e puri fino alla fine, non sarebbero poi così felici di perdere l’occasione di avere un presidente ricchissimo che possa portare finalmente qualche grosso campione in maglia granata, come ai tempi di Ferruccio Novo. C’è stato un momento, ai tempi di Cimminelli, che il Torino poteva diventare lettone, quando si fece il nome di Basharin, della serie: ha da venì, ha da venì, ma poi il Toro fallì e di Basharin non ci fu più manco l’ombra. Cairo comunque non si farebbe mai scappare un’occasione come quella capitata al City: primo perché vendere il Toro agli arabi o ai russi potrebbe essere l’affare del secolo, visto che la squadra granata non gli costò nulla perché presa dai lodisti. Come ha fatto per Rolando Bianchi, non avrebbe remore il buon Cairo a farsi aprire il bagno di Forte dei Marmi per mandare un fax di accettazione vendita.