E se Mister X fosse...

22.01.2009 09:20 di  Marina Beccuti   vedi letture

Luigi Giribaldi o qualcuno della sua famiglia? Il ricco scalatore di molte società, ora 84enne, nato proprio in provincia di Cuneo, esattamente a Cavallermaggiore, ma monegasco di adozione, è stato considerato da anni un "finanziere d'assalto". Ora è diventato un pensionato miliardario grazie ai tanti soldi guadagnati, ovvero centinaia di miliardi arrivati dalle plusvalenze di acquisti e vendite di ricchi pacchetti azionari. Nel '64 fondò la Traco, poi venduta, che ora è diventata Tnt Traco. Anni fa, leggende metropolitane, raccontavano che Giribaldi avesse nel suo centralino telefonico la musica del celere film "La stangata". Il così ribattezzato "nonno terribile" della finanza italiana, in passato fece tremare De Benedetti, con le scalate della Cofide e della Cir, dove costrinse l'Ingegnere a un'onerosa blindatura del controllo delle due società. Da qualche anno non si hanno più sue notizie, segno che si sta godendo la sontuosa “vecchiaia” tra le sue amate Porsche e il ricordo delle belle donne che l’hanno sempre attratto.

Luigi Giribaldi è da sempre tifoso del Toro, già nel '94, quando aveva 68 anni, tentò di comprare il Torino. Così disse all’epoca a La Repubblica: "L' affare mi interessa, sono intenzionato a rilevare il club purché tutto avvenga in assoluta chiarezza ed io possa portare nuovi dirigenti. Nessuno mi ha contattato, così ho mandato in avanscoperta i miei consulenti finanziari". Non c' entravano però le vecchie storie di tifo e passione, bensì doveva diventare un' operazione di chirurgia economica, quello che serviva al’epoca al Torino, che era sull' orlo del precipizio con venticinque miliardi di debiti e 176mila azioni sotto sequestro. "Sono affezionato al Torino e mi spiace che possa essere travolto dalla crisi. Due anni fa mi contattò Borsano, ma decisi di tenermi fuori. Adesso, se esisteranno le condizioni adatte, correrò il rischio”, disse ancora Giribaldi, ovviamente non successe nulla.

Nel '99 Giribaldi tornò a farsi vivo, come si legge dall'archivio della Gazzetta dello Sport. In quel periodo venne fuori per la prima volta anche il nome di Cairo, il quale pareva essere interessato alle sorti della società granata, proprio in concorrenza con il tycoon cuneese-monegasco. Ma con un blitz arrivò Aghemo, ex sindacalista, poi imprenditore nell' hinterland Fiat, infine presidente dell’Unione industriale piemontese. Il resto lo sanno anche le pietre, arrivò Cimminelli e cinque anni dopo il Toro fallì, dopo momenti di grandissima depressione.

Si dice che non ci sia due senza tre, dunque perché non immaginare che Giribaldi voglia lasciare come testamento il Torino, che magari non rappresenta più un vero e proprio affare, ma potrebbe essere un investimento da età della pensione, dove divertirsi un po’ e poter finalmente raggiungere un vecchio pallino?