Cosa cambia con Camolese
Flavio Bacile
Difficile dirlo a priori, si vive un pò di percezioni, di sentito dire, di quel poco che trapela dalle dichiarazioni dei giocatori, dall’atteggiamento della dirigenza, mai come questa volta abbottonata, e da frasi di circostanza che aspettano di trovare il loro compimento sul prato della Favorita. Dallo spogliatoio si sussurrano aggettivi tutti positivi per il tecnico di San Mauro Torinese, ma che fosse una persona degna di stima, il Camola, chi segue il Toro già lo sapeva, la riprova nelle facce e negli occhi dei giocatori, e speriamo anche sul campo.
La squadra sembra aver capito, che questo è veramente l’ultimo treno di una stagione da chiudere al più presto in un cassetto dal doppio fondo, giusto per non avere l’incoscienza di ritirarlo fuori, quindi ha espresso massima attenzione e disponibilità ai metodi del nuovo allenatore. Dallo stesso Camolese arriva un segnale forte per la squadra: “giocherà chi darà maggiori garanzie”, e non solo dal punto di vista fisico, una banalità che è meglio sottolineare. Nessuno ha la poltrona in prima fila assicurata, o la maglia da titolare se preferite, c’è posto per tutti, Camolese ha bisogno di tutti, il Toro deve essere una squadra, vince e perde come squadra, e l’individualità, un surplus che può colorire una bella prestazione di tutto il collettivo.
Quanto allo schema di gioco, partiamo dal presupposto che tatticamente questa squadra può schierarsi anche con la difesa a tre, il che non significa che lo farà sicuramente, e che l’impianto tattico “preferito” dal tecnico è proprio il 3.5.2, non meno significativo è il fatto che mancano solo nove partite alla fine del campionato, quindi il tempo per metabolizzare questo cambiamento è piuttosto limitato, quindi alla fine anche il vecchio 4.4.2 non è un modulo da scartare.
Detto questo, aggiungo che personalmente credo poco ai moduli “toccasana”, piuttosto ritengo fondamentale la preparazione della partita durante la settimana, l’approccio e l’impronta che si vuole dare al match, il segnale che si trasmette ai giocatori ed a tutto l’ambiente, la cura nei particolari, l’attenzione ai dettagli.
Questo sicuramente fa la differenza, non certamente numeri messi a caso, 3.5.2, 4.4.2, 4.4.1.1, 4.3.2.1, 3.4.3 e via dicendo.
Di uno stesso modulo, si può mettere in campo una versione totalmente difensiva, bloccando centrocampo e difesa, una versione moderatamente difensiva, una più offensiva, ed ancora una molto offensiva. Insomma le variabili sono tante, e potete esserne certi, non s’improvvisano sul campo da gioco il giorno della partita, ne in corso d’opera durante il match, ma necessitano di un’applicazione settimanale costante, finanche tediosa per i protagonisti stessi.
I risultati non arrivano mai per puro caso, forse uno o due al massimo durante un’intera stagione, e se durante la settimana aggiungi volontà, determinazione, sacrificio e quel briciolo di curiosità per esplorare “mondi sconosciuti”, alla fine arrivano, non ci sono dubbi.
Certamente a Camolese si chiede una specie di miracolo, non tanto forse sul piano matematico, quanto invece sul piano “cerebrale”, vale a dire fare di una squadra che raramente ha espresso le sue qualità offensive, ed i motivi mi sono totalmente ignoti visto che ritengo tuttora GDB e WAN due buoni tecnici, una squadra capace di vincere 4/5 partite in nove incontri. Chiaro che tecnicamente non si può fare molto di più, e qui ripeto il mio concetto che nel Toro ci sono ottimi attaccanti, quindi il lavoro deve essere forzatamente cerebrale, impostato in pratica sull’autostima, sulla presa di coscienza, sullo sviluppo di potenzialità inespresse, senza dimenticare che gli schemi tattici sono buoni quando funzionano, ma non si può mai farne a meno.
Quanto al presidente Cairo, forse è più teso del solito, d'altronde la contestazione lo ha toccato, quanto può saperlo solo lui, di certo non può avergli fatto piacere, il fatto che abbia confermato di voler rimanere al Toro ancora ha lungo è un segnale positivo, così come trovo estremamente positivo l’intento espresso di setacciare i cinque continenti alla ricerca di giovani da valorizzare. Speriamo la partita di Palermo ci restituisca un pochino di serenità, lo abbiamo detto tante volte, sembra quasi un ripetere all’infinito lo stesso concetto, ma non possiamo fare a meno di sperare.
Il Toro vince a Palermo. Un bel titolo per un articolo che vorrei proprio scrivere.