Conclusa la farsa con il Padova ora si pensi al Modena

Dopo undici giorni termina la partita all'Euganeo con la vittoria del Padova sul Torino. Oltre ai rimanenti 14' e 10'' l'arbitro concede due minuti di recupero. Il Torino farà ricorso alla Corte di Giustizia Federale.
14.12.2011 15:59 di  Elena Rossin   vedi letture
Conclusa la farsa con il Padova ora si pensi al Modena
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Dopo 16 minuti e qualche secondo di gioco all’Euganeo è arrivato il triplice fischio dell’arbitro Calvarese che ha decretato la fine di Padova-Torino, iniziata il tre dicembre alle ore quindici. Il Padova si ritrova trentaquattro punti in classifica e occupa il quarto posto, mentre il Torino continua a dominare dall’alto la serie B con l’invariato vantaggio di quattro punti sul Verona secondo. Che per i granata riuscire anche solo a pareggiare fosse un’impresa praticamente impossibile era quasi certo prima ancora di cominciare, così alla fine Padova-Torino è stata decisa dal gol segnato, fra un black out e l’altro, al cinquantesimo il tre dicembre scorso da Ruopolo. Se già la partita non poteva dirsi giocata in modo regolare va sottolineato che l’arbitro, oltre al tempo regolamentare rimanente da giocare, ha concesso due minuti di recupero calcolando che nel secondo tempo vi sono state quattro sostituzioni e che per ogni sostituzione si contano trenta secondi di recupero e secondo Calvarese nella ripresa non si è perso neppure un secondo di gioco. E’ praticamente certo che anche con qualche minuto in più di recupero il risulttao non sarebbe cambiato, ma è altrettanto palese che il primo a voler che la partita finisse al più presto era proprio l’arbitro.

Proprio l’arbitro, colui che ha il compito di garantire che le partite si svolgano nel pieno rispetto del regolamento. A questo punto sorge spontanea una domanda: Calvarese il tre dicembre scorso era a conoscenza nei dettagli del regolamento del giuoco del calcio? Mah, qualche dubbietto sorge dal momento che a seguito della prima interruzione della corrente elettrica all’Euganeo non ha detto ai dirigenti del Calcio Padova S.p.A. che avevano quarantacinque minuti di tempo per ripristinare l’impianto di illuminazione e che se dopo tale tempo l’impianto non avesse ripreso a erogare corrente elettrica in modo continuo lui avrebbe interrotto la gara, perché non vi erano le condizioni per farla continuare come prescrive il regolamento. Se ciò fosse accaduto tutto quello che è avvenuto in seguito, comprese le polemiche, non ci sarebbe stato e il calcio ne sarebbe uscito a testa alta.

Il Torino che indubbiamente si sente danneggiato dall’andamento di questa partita ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia Federale, vedremo come andrà a finire in tribunale. Tornando ad occuparci di calcio, seppur con la sensazione che non sempre in campo prevale il gioco corretto, bisogna che immediatamente Ventura e i giocatori granata si dimentichino di questo pasticciaccio brutto di Padova, che difficilmente potrà essere spiegato e di conseguenza accettato alla luce della linearità degli eventi. Esattamente come il romanzo di Gadda “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” che si conclude senza che venga trovato né l’autore del furto dei gioielli della vedova Menegazzi né l’assassino della signora Balducci, perché così l’autore vuole sottolineare che la realtà è complessa e piena di sfaccettature per essere spiegata con una logica razionalità in quanto la vita è un caos disordinato. Quindi l’intelligenza consiglia che subito tutte le energie vengano concentrare sulla partita di sabato con il Modena, in modo da potersi augurare un buon Natale regalandosi una bella vittoria.