Chi è in prestito ha stimoli ancora maggiori per fare bene

I calciatori che non appartengono alla squadra nella quale giocano sono obbligati a fare bene per mettersi in luce. Un giocatore che si impegna ed è normalmente capace troverà sempre una squadra che gli fa un contratto.
15.07.2011 08:58 di  Elena Rossin   vedi letture
Chi è in prestito ha stimoli ancora maggiori per fare bene
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Federico De Luca

L’equazione giocatore in prestito o in comproprietà uguale giocatore poco votato alla causa della squadra per cui lavora, ma alla quale non appartiene o in caso di comproprietà appartiene solo parzialmente è quanto di più errato ci possa essere, salvo che non sia un masochista. Un giocatore che non è di proprietà, invece, ha i massimi stimoli per se stesso di fare al meglio delle sue capacità, perché in ballo c’è il suo futuro.

Un giocatore che approda in una nuova squadra con la formula del prestito oneroso o no, o con quella della comproprietà con o senza il diritto di riscatto ed eventualmente di contro riscatto, sicuramente è un calciatore che per motivi vari non rientra nei piani della società che detiene il suo cartellino. Che non rientri nei piani: perché è giovane e quindi ha bisogno di fare esperienza altrove, perché reduce da un infortunio seppur sia perfettamente guarito e abbia la necessità di giocare con continuità magari in una categoria differente, perché non si è ambientato nella città o perché non ha avuto feeling con l’allenatore o i compagni poco importa, in quanto non è il fulcro del ragionamento.

Il fulcro del ragionamento invece è il futuro lavorativo e personale. Chi è stato diciamo “accantonato” dalla società di appartenenza ha l’occasione di rilanciarsi o lanciarsi, nel caso di un giovane, mettendosi in mostra altrove, per questo motivo gli conviene fare bene, anzi benissimo. Se è giovane ha l’opportunità nella nuova squadra di ritagliarsi uno spazio da titolare che sicuramente gli aprirà le porte del mercato la stagione successiva, sia che torni alla base di partenza sia che venga richiesto dalla società nella quale ha potuto far vedere le sue doti  sia, infine, che venga notato da altre società che vogliono aggiudicarselo. Se è reduce da un infortunio ha l’esigenza di dimostrare di essere guarito, tornando a giocare con continuità e agli stessi livelli di prima dello stop forzato per curarsi. Se non si è ambientato deve dimostrare che in un luogo diverso a contatto con altre persone è capace di fare meglio, altrimenti si troverà a spasso appena gli scadrà il contratto o sarà costretto a scendere di categoria, quindi a guadagnare decisamente meno, per trovare una nuova società che creda in lui. Un giocatore che è in prestito o in comproprietà non deve far bene perché ama alla follia la squadra in cui si viene a trovare, questo ovviamente non è vietato, ma deve agire pensando al proprio futuro: nuovi ingaggi uguale altri soldi …. se non è uno stimolo questo!