Che Toro sarà? Me lo chiedo e m'interrogo

19.06.2009 08:54 di  Marina Beccuti   vedi letture
Che Toro sarà? Me lo chiedo e m'interrogo
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© foto di Alessandro Pizzuti

Flavio Bacile

 

L’allenatore c’è, ora manca il resto, e, a meno di un mese dal raduno, non manca poco. Bisognerebbe essere nella testa di Cairo e Foschi, principalmente in quella del primo che come presidente deve necessariamente dettare l’input giusto, anche se poi, alla fine, sarà il secondo a fare il mercato, per capire quale Toro sta per nascere, se cambierà la strategia societaria, o se rivedremo un film già visto con un finale, ormai, trito e ritrito.


La domanda che intercorre nella tifoseria granata è sempre la stessa, da tre anni ormai, cioè, si investirà sui giovani, cercando di “svecchiare” una rosa che oggi come oggi, è tra le più “dotate d’esperienza” della cadetteria, o, si farà ricorso nuovamente a giocatori d’esperienza pronti a garantire unicamente il presente, rimandando il tutto alla stagione successiva? Si assisterà o no, a quel fenomeno, per la verità tutto italiano, dell’acquisto dei fedelissimi dell’allenatore, di quei giocatori, cioè, che conoscono modulo, metodi d’allenamento, schemi e tattica del neotecnico, o si punterà tutto su giovani di prospettiva, vogliosi di far bene nel Toro, che poi non è proprio l’ultima delle società in Italia, almeno come storia e blasone, nella speranza poi di raggiungere non solo l’obiettivo sportivo, ma anche quello economico? Domanda difficile, lo capisco, ma anche fondamentale per capire se questo benedetto progetto Toro esiste realmente, o, se vagheggia unicamente nella testa dei tifosi.


I primi segnali che arrivano dal mercato, che, per dire la verità non sono usciti direttamente dalla società, non sono proprio confortanti, per chi come me, pensa che sia necessario un cambio di rotta. Pochi i giovani accostati al Toro, pochissimi da mercati ricchi di talenti, quali potrebbero essere il sud America, l’Africa o l’est Europa, molti di più i giocatori d’esperienza accostati alla compagine granata, e, quasi tutti over 30. Giocatori, questi, sicuramente validi, tecnicamente capaci, che hanno fatto una buona, o anche ottima, carriera nella massima serie o nella cadetteria, che però, a mio modo di vedere il calcio, ed in modo particolare il calcio in una società come il Torino, che non può mettere sul mercato cifre enormi, ne permettersi il lusso di indebitarsi, servono, nella misura in cui rappresentino per la società un vero affare, economico prima, poi sportivo.


Chiaro che cercare i giovani di prospettiva costa molto lavoro, non basta avere l’intuizione giusta, il tutto necessita di una rete d’osservatori competenti, di una struttura capillare, di un numero cospicuo di collaboratori, ed il Toro con Pederzoli, tutto questo dovrebbe averlo in casa, ma anche economicamente rappresentano un esborso più o meno considerevole, a seconda dei punti di vista. Insomma cercare il giovane giusto, è paradossalmente un rischio, perché molti non mantengono subito quello che hanno promesso, altri si perdono per strada, altri ancora maturano in “tarda” età, e se hai la fortuna di trovare quello giusto, hai la fila dietro casa che cerca di portartelo via. 


Ma è anche appassionante, tremendamente stimolante, soprattutto se esce dal tuo settore giovanile, se hai avuto la fortuna di vederlo crescere, quasi fosse un bambino, per poi ritrovartelo in squadra, nella prima squadra, corteggiato dal calcio che conta, economicamente……, si capisce. Più facile puntare idee e quattrini altrove. Meno rischi, anche a livello d’impatto ambientale, tifosi, stampa, sponsor, ecc… Meno sogni, più realtà, almeno sulla carta.


A Cairo e Foschi il compito di schiarirci le idee. Di Cairo ho già detto quello che penso, di lui ho stima, anche se sono, è resterò, il suo principale detrattore, specialmente quando persevera in certi errori di valutazione, comprensibili per chi entra nel calcio, me lo permetta il presidente, dalla porta di servizio, molto meno per chi da quattro anni gestisce una delle società più gloriose, e sfigate, del panorama calcistico italiano. Insomma sarà il solito Toro?
Sarà un Toro diverso? Speriamo che sia Toro, questo potrebbe bastare, almeno per ora.