Cerci: "La scorsa estate al 99% ero del City poi..."
Alessio Cerci, esterno offensivo del Torino, in una lunga intervista rilasciata a Sportweek è tornato sul suo trasferimento in granata nella scorsa estate dopo che era quasi diventato un giocatore del Manchester City: "La mia cessione da parte della Fiorentina? Forse per logiche di mercato: dalla mia cessione in comproprietà la società ha ricavato qualcosa, 2 milioni e mezzo di euro. O forse perché nel suo 3-5-2 Montella aveva bisogno di un esterno più bravo del sottoscritto a coprire. Per convincermi ad accettare il Toro, il presidente Cairo è andato davvero in pressing. Mi ha detto che voleva una squadra capace, oltre che di fare risultato, di giocare bene, e secondo lui io ero l'uomo giusto per realizzare questo progetto. Con apprezzamenti del genere ci ho messo poco a decidere. Ventura riesce a farmi esprimere al meglio. Dal punto di vista tecnico, perché è un allenatore capace di insegnare calcio. Un calcio mai banale, nel quale la palla viaggia sempre a terra, veloce: per me è l'ideale. A livello psicologico, Ventura mi è entrato nella testa. Litigio al termine del primo tempo contro il Milan? Finisce il primo tempo, scendiamo negli spogliatoi e Ventura mi fa: 'Tu resti fuori'. Io rispondo male, lui alza la voce, volano parole sbagliate. Poi gli volto le spalle, vado nel bagno e mi metto davanti allo specchio e lì piango. Lacrime di rabbia e frustrazione. Perché contro il Milan non dovevo neanche giocare, non stavo bene, in campo vedevo sfocato e avevo le gambe molli. Ma era il Milan, ci tenevo. Il mancato approdo al Manchester City? Ci penso, sì. La trattativa sembrava chiusa, mi avevano detto che al 99 per cento era fatta, poi è successo non so cosa. Certo non mi è andata giù. Credo che quella possibilità me la fossi meritata, altrimenti non mi avrebbero chiamato. Ed è vero che qualche volta nella vita i treni passano due volte, ma bisogna vedere se la seconda volta passa lo stesso di prima. Il Manchester sarebbe stata una sfida".