Causio: "La classifica della Juve non conta, il Toro non regalerà niente"
Abbiamo intervistato in esclusiva Franco Causio, ex calciatore che giocò nella Juventus dal 1970 al 1981 e con la Nazionale vinse il mondiale dell’82 in Spagna. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra che questo pomeriggio affronterà il Torino.
In classifica la Juventus ha settantasette punti e il Torino trentasei, Partita dall’esito più che scontato?
“Non contano i quarantuno punti di differenza, un derby è sempre un derby, è una partita speciale, diversa dalle altre quindi bisogna stare attenti e affrontare la gara con il massimo impegno perché sicuramente il Toro non regalerà niente”.
La concentrazione e la determinazione dei bianconeri saranno fondamentali?
“Concentrazione e determinazione ci devono essere sempre derby o non derby, però questa è una partita diversa dalle altre e il Toro ci terrà sicuramente per la classifica e per spirito di rivalsa a fare più che bene, è sempre stato così”.
Un suo ricordo particolare di un derby.
“Il primo che giocai finì tre a tre (per la Juve: 8’ Capello, 59’ e 77’ Bettega; per il Toro: 15’ e 79’ entrambi su rigore Cereser e 27’ Rampanti, ndr) era il ventuno marzo del 1971. Era il primo, a giocarlo provai una sensazione molto bella, poi ce ne sono stati tanti altri”.
La Juventus è a un passo dalla certezza di vincere lo scudetto
“Per me solo la Juve potrebbe perderlo, ma anche se pareggiasse con il Torino o persino se perdesse, visto che il Napoli ha vinto a Pescara, io credo che comunque non avrà problemi perché mancano quattro punti e di qui alla fine del campionato li farà, anzi ne farà molti di più”.
Anche perché le partite che seguiranno saranno con Palermo, Atalanta, Cagliari e Sampdoria
“Non ha importanza quali squadre incontrerà, l’anno scorso ad esempio nelle ultime dieci partite ne vinse nove e ne pareggiò una e quest’anno nelle ultime otto ne ha pareggiata solo una vincendo tutte le altre, quindi a fine campionato potrebbe battere il record di punti dell’anno scorso che ne fece ottantaquattro”.
Annata positiva quindi anche se l’eliminazione dalla Champions per i tifosi è stato un dispiacere?
“Non è un dispiacere, perché credo che come primo anno arrivare fra le prime otto in Europa sia stato un risultato molto positivo. Non bisogna dimenticare da dove arrivava questa squadra: due settimi posti in campionato prima che Conte ne diventasse l’allenatore. L’anno scorso ha vinto il campionato e ripetersi la stagione successiva è sempre difficilissimo e lo sta facendo, quindi anche l’essere usciti dalla Champions ai quarti di finale e per opera del Bayern, che poi ha battuto il Barcellona quattro a zero, non ridimensiona il giudizio e si deve essere soddisfatti”.
E per il futuro?
“Qualche ritocco alla squadra va fatto, due-tre innesti di livello internazionale sono indispensabili. Sicuramente Marotta, Paratici e Andrea Agnelli hanno già in testa cosa fare e lo sanno benissimo anche loro che per arrivare ai livelli del Bayern e di altre squadre di categoria superiore in campo internazionale la squadra va rinforzata”.
Due-tre innesti vale a dire uno per reparto?
“Secondo me sì, sicuramente un attaccante se non due, un esterno e un difensore. Come dicevo, la dirigenza con Conte avrà già analizzato bene l’annata e sanno cosa si dovrà fare”.