Bianchi, il presente è qui
E' molto facile imbattersi nel solito amarcord granata. Nessuno vuole mettere in disparte la memoria, ma è giusto ricordare che esiste un'altra realtà ed è la squadra attuale. Va bene è in B, il calcio attuale non sembra essere nemmeno lontano parente da quello passato, però si vive questa realtà e va accettata. Non fa bene fare sempre i confronti con il passato, con dei ragazzi che scendono in campo e non hanno mai visto giocare Pulici e Sala, così come il ricordo del Gran Torino è lontano anni luce, anche se un pensiero a Superga non deve mai mancare.
Guardando in giro per le varie trasmissioni locali spesso a telefonare o ad essere presenti in studio sono tifosi attempati, che ricordano quasi come una cantilena le gesta di Valentino Mazzola e del Torino di Radice, quello dello scudetto del '76. Tutto ciò non fa bene al Torino attuale, anche se le vicende degli ultimi vent'anni hanno creato un baratro tra gli affetti passati e quelli presenti.
E' cambiata la società dunque anche il nostro modo di essere, però il Toro, per ritrovare l'entusiasmo presente, non deve fossilizzarsi nel suo passato. Proprio per questo la prodezza di Bianchi di venerdì sera deve diventare un pretesto per amare qualcosa di nuovo, per non fare più confronti con il passato remoto, ma con il presente. Bianchi non sarà Pulici e Di Michele Graziani, ma possono scrivere un altro capitolo della storia granata. E' bello poter godere di queste nuove meraviglie per cui cerchiamo di volere bene a questi ragazzi, che si stanno calando con umiltà in serie B. I bambini che porteranno addosso la maglia di Rolandinho siano orgogliosi.