Bianchi ha stregato Ventura
Un anno difficile per Rolando Bianchi, al di sotto delle aspettative in quanto sono mancati i suoi gol micidiali, solo otto per uno dei bomber più prolifici della storia granata (11esimo posto tra gli attaccanti di tutti i tempi del Torino). Il gioco di Ventura, quel 4-2-4 spesso criticato, non si confà ad una punta centrale come Rolandinho, che ha bisogno di un gioco alla Mazzarri, ovvero di quegli allenatori che usano ancora la punta solitaria da lanciare per segnare. Non è mai partito da titolare fisso con Ventura e Rolly ha sofferto molto l'anno scorso, ma certamente è cresciuto, perchè ha imparato a giocare per la squadra, proprio come piace al mister genovese. Bianchi dato per partente, Bianchi che invece punta i piedi e vuole rimanere, perchè lui questa serie A se l'è sudata, l'ha cercata per tre anni, l'ha promessa ai suoi tifosi che l'hanno adottato come loro idolo e, anche se nella scorsa stagione non è stato così prolifico da essere stato il protagonista maximo della rincorsa alla serie A, questa promozione è anche sua, dopo essere retrocesso al suo primo anno in granata.
Ventura, che è un uomo pragmatico e sicuramente intelligente, ha qualcosa in più come carattere rispetto agli allenatori tradizionali, essendo un filosofo del calcio, avendolo più studiato che giocato, ha capito che da Bianchi può ottenere più di quello che può dare sotto rete, perchè è un leader carismatico, utile nello spogliotoio come nei rapporti esterni. E visto che ci sono tanti giocatori nuovi da integrare nello spirito Toro, il capitano può essere utile anche sotto questo aspetto. Ventura, dopo il ritiro di Omegna, ha detto del capitano: "L'anno scorso voleva soprattutto dimostrare. Ma lo stress non paga. Ora sta facendo bene ed è molto più sereno. E' migliorato molto rispetto all'anno scorso".
L'entourage dell'attaccante aspetta una chiamata da Cairo per un eventuale rinnovo, ma non c'è fretta, Rolly è una persona seria che darà il massimo anche fino all'ultimo giorno del suo contratto.