Beretta, l'uomo giusto per Cairo
Mario Beretta, classe '59, che ha compiuto cinquant'anni proprio un mese esatto fa, ha alcune cose in comune con Urbano Cairo: è milanese ed ha un passato tra i dilettanti della Pro Sesto, dove giocò anche il presidente. E' l'opposto di Colantuono, mite e quasi timido, nasconde spesso il volto sotto gli occhiali scuri e non si lascia mai andare a gesti plateali. Non è sanguigno come i tifosi granata vorrebbero, ma possiede la giusta freddezza per gestire la pressione. A Siena l'avevano richiamato a larga maggioranza i tifosi bianconeri, ma "Barnetta", come lo chiamò l'anno scorso Mourinho, non ha accettato perchè il progetto di Lombardi Stronati non l'ha convinto.Qualcuno dice che forse ha rinunciato perchè sapeva che prima o poi sarebbe stato chiamato da Cairo, per il quale sembrava essere la prima scelta in estiva, dove però si optò per Colantuono, uomo di fiducia di Foschi.
Beretta non ha una grande esperienza da giocatore essendosi fermato alla vecchia serie D. Al calcio preferì lo studio, avendo conseguito la maturità scientifica al Liceo Volta di Milano. In seguito si laurea all'Isef e si mette ad insegnare educazione fisica nelle scuole milanesi. La sua prima esperienza da tecnico se la fa tra i giovani del Centro Schuster, che opera per la diocesi locale.
Comincia ad allenare tra i professionisti nel '96 alla Pro Patria in C2, poi passa al Saronno di Enrico Preziosi in C1 e poi al Como, seguendo il suo presidente. Nel 2002 allenò la Ternana in B, squadra ripescata dopo il fallimento della Fiorentina di Cecchi Gori. Nel 2004 arriva il debutto in A con il Chievo, ma a tre giornate dalla fine viene esonerato. Nel 2005 è alla guida del Parma, dove parte male ma poi si riscatta e gli emiliani non solo si salvano, ma vanno pure in Uefa grazie a Calciopoli, che falcidia le big.
Nel 2006 arriva al Siena dove ha una carriera piuttosto tribolata, nei due anni in cui rimane viene esonerato e poi richiamato, tuttavia i toscani riescono a salvarsi in entrambe le stagioni. Nonostante l'obiettivo raggiunto non viene confermato e passa così al Lecce nel giugno 2008, ma nel marzo 2009 viene esonerato anche dal club salentino, che poi comunque retrocede. Beretta è abituato a vivere sul filo del rasoio dunque sa quello che gli può accadere. Speriamo che al Torino trovi la sua identità e riesca a costruire quella conitnuità che da anni si tenta di ottenere. Buon lavoro al nuovo mister.