Badare al sodo e maggiore grinta per essere competitivi

Essere pragmatici e pensare nell'immediato più a far punti che al bel gioco. La gara con il Parma è l'ulteriore banco di prova per i granata per dimostrare che la squadra non è un'incompiuta, prima delle partite più difficili con Lazio e Napoli.
24.10.2012 12:19 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Badare al sodo e maggiore grinta per essere competitivi
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Il livellamento della serie A verso il basso solo apparentemente favorisce le squadre che sulla carta hanno qualche deficit nell’organico, perché se da una parte diminuiscono le distanze fra la qualità delle rose dei club con maggiori disponibilità finanziarie e quelli che di euro non ne possono, o non ne vogliono, spendere molti per allestire gli organici, dall’altra si accorcia la classifica che compatta in pochi punti molte formazioni. Così basta un niente, magari una vittoria, per far sì che una squadra si trovi a ridosso della zona Europa League o in quella di chi lotta per non retrocedere, anche solo dopo un pareggio. Alla lunga però le società che hanno allestito formazioni equilibrate in ogni reparto, anche senza grandi campioni e con i giusti ricambi e le hanno affidate ad allenatori che coniugano al meglio il gioco che porta punti con i calciatori che hanno a disposizione, al novanta per cento raggiungono gli obiettivi che erano stati fissati a inizio stagione.

Tutti sanno che il Torino ha come traguardo la salvezza, meglio se raggiunta non proprio all’ultimo secondo dell’ultima giornata. La squadra granata finora ha giocato alcune partite bene e altre meno, in linea con l’essere una neo promossa. Il calendario però è stato abbastanza generoso con la squadra di Ventura perché le ha concesso un inizio di stagione senza dover affrontare formazioni particolarmente forti, con l’eccezione di Inter e Udinese. Domenica l’avversario, il Parma, sarà ancora di quelli abbordabili, poi inizieranno le sfide con chi ha organici qualitativamente superiori. Per questo il Torino dovrà trovare subito la soluzione ai problemi che sono fin qui emersi: difficoltà in fase offensiva nel saltare l’uomo nei contrasti uno contro uno e nell’aggressione degli spazi sia da parte dei portatori di palla sia da parte di chi non ha la sfera fra i piedi; scarsa capacità nel rifornire palloni a esterni alti e attaccanti; poca propensione ad arrivare al tiro finale; abbondante imprecisione nell’inquadrare lo specchio della porta.

L’organico del Torino dal punto di vista quantitativo è più che sufficiente: trentadue giocatori sono persino troppi per una squadra che non gioca le coppe internazionali e ogni reparto è ben rifornito avendo tre portieri, dieci difensori, tredici centrocampisti e cinque attaccanti. Tanto per dare un’idea le prime squadre di Real Madrid e Chelsea hanno ventiquattro giocatori, Barcellona venticinque, Bayern Monaco ventisette, Paris Saint Germain ventinove, Manchester United trentuno e Manchester City trentadue. Quindi anche se in questo momento alcuni giocatori, Ogbonna, Suciu, Santana e Verdi, non sono disponibili a causa d’infortuni il gioco non dovrebbe risentirne e Ventura dovrebbe poter contare su ventotto calciatori. Finora sono scesi in campo diciannove giocatori questo vuol dire che la rosa non è stata allestita al meglio perché: alcuni calciatori sono troppo giovani e inesperti e non possono essere mandati allo sbaraglio facendoli giocare sfruttando solo il potenziale di buone qualità che possiedono; altri non sono del tutto adatti alla concezione del calcio del mister e quindi non vengono utilizzati; altri ancora hanno le qualità però non hanno ancora appreso tulle le nozioni di gioco richieste dal mister e di conseguenza al massimo sono portati in panchina.

Una squadra che ha come obiettivo la salvezza deve badare al sodo e pensare nell’immediato più a far punti che al bel gioco, con il tempo si arriverà anche a questo, ma non deve essere la priorità. Nessuno nega che il massimo è conquistare punti attraverso il gioco, però in certi frangenti è molto meglio essere esteticamente meno belli però cinici e furbi in modo da sfruttare al massimo le caratteristiche di chi è in campo e sottrarre punti agli avversari che hanno gli stessi obiettivi stagionali. Oltre a essere pragmatici c’è anche bisogno che i giocatori abbiano grinta in campo e non temano di sbagliare la giocata, rinunciare solo per timore porta a non fare il che alla lunga è peggio di sbagliare. Se ci si allena bene in partita potrà capitare una, due, tre, quattro volte di non riuscire in quello che si vorrebbe, ma la volta che la giocata va a buon fine magari si concretizza e arriva anche il gol, in fin dei conti i tifosi sono totalmente dalla parte dei giocatori e non faranno mai mancare il loro sostegno solo per un passaggio sbagliato, ma si irriteranno se vedranno i loro beniamini che sono timorosi e rinunciatari.
Con il Parma il Torino ha un’ulteriore occasione di dimostrare prima di tutto a se stesso di non essere una squadra incompiuta e di saper superare le difficoltà, se quest’occasione sarà gettata alle ortiche le partite successive con le formazioni più forti, Lazio e Napoli, saranno ancora più difficili di quanto effettivamente sono.