Anna Bianchi racconta il "suo" Rolando: "Un ragazzo eccezionale"

18.04.2012 11:24 di  Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: Marina Beccuti per il Palio dei Quartieri
Anna Bianchi racconta il "suo" Rolando: "Un ragazzo eccezionale"
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

Rolando Bianchi è l’idolo della tifoseria granata. In lui non c’è solo la professionalità e quel senso innato del gol che molti ormai paragonano, con le dovute differenze storiche, a Pulici e Graziani, ma tanta umanità. Un ragazzo sensibile e colto, sempre presente alle iniziative benefiche del mondo granata e torinese, una città che ormai l’ha adottato e che lui contraccambia trovandosi perfettamente a suo agio. Nella sua personalità emerge l’educazione di una famiglia unita e semplice, che l’ha cresciuto insegnandogli soprattutto i valori umani, come ha rivelato Anna Bianchi ad una nostra intervista esclusiva. Come vive la madre di un campione di calcio la carriera del figlio? “In famiglia viviamo la sua passione lasciandogli massima libertà, siamo tranquilli perché sappiamo che è un bravo ragazzo. Noi siamo sempre presenti, nel bene come nel male, non ci intromettiamo mai, ci siamo a necessità”. Rolly non nasce in una famiglia di grandi appassionati di calcio: “Non lo conoscevamo molto questo mondo, ora lo viviamo grazie a lui. L’abbiamo sempre sostenuto da piccolo, senza mai pensare che sarebbe arrivato a questi livelli. A dire il vero, sognavo di vederlo pilota, sarà che mi piace la loro divisa e amo gli aerei. Mentre Riccardo (che è il procuratore del fratello, ndr) l‘avrei visto bene come avvocato. Il pilota è un mestiere importante, si fanno tante conoscenze e apre la mente, porta soprattutto a conoscere molte lingue straniere”. Chissà, magari a fine carriera Rolando può sempre prendere il brevetto e portare la signora Anna a fare tanti viaggi e poi, detto tra noi, la divisa gli starebbe proprio a pennello. Le madri immaginano sempre il futuro dei figli, come vede Rolly la signora Anna tra una decina d’anni? “Semplice ed umile com’è adesso, gli auguro soprattutto di essere sereno ed appagato, dove magari possa sfruttare e condividere la sua passione e competenza calcistica in ambiti diversi, dare qualcosa agli altri, magari anche come allenatore”. A Bianchi si riconosce soprattutto una buona dialettica, grazie al fatto che ha studiato, diplomandosi ragioniere. “Abbiamo sempre insistito che andasse a scuola, poteva giocare a calcio, ma senza dimenticare l’istruzione, stesso suggerimento che abbiamo dato a Riccardo. E’ un bagaglio troppo importante per la vita”. Rolando ama anche leggere, che non è così comune nella sua categoria. Lo fa e poi madre e figlio si confrontano sui libri letti: “Certo che legge, non lo dico così per dire, perché a me piace la verità, in quanto rende liberi. Non abbiamo un filone particolare di lettura, ci piace spaziare per approfondire le conoscenze. L’ultimo libro che ha letto è stato “La Cattedrale del mare” (di Ildefonso Falcones)”. La signora Bianchi apprezza molto Torino, come il figlio: “Quando vengo a trovare Rolando mi piace passeggiare a piedi per le sue vie, la trovo una città avvolgente, di cultura. Sono anche contenta di vedere quanto la gente ami e stimi Rolando. Lui mi dice sempre che si trova davvero a casa sua ed io sono contenta, lo ammetto, perché è vicino a casa. Sa com’è, i figli per noi genitori sono come la clorofilla!”. E noi speriamo di vedere ancora per molti anni Rolly per le strade di Torino. Non importa quanto possa segnare, ma sapere che è qui con noi è già una garanzia.