Zazzaroni: "Meno ricorsi se lo scudetto resta all'Inter"

16.07.2011 15:34 di  Marina Beccuti   vedi letture
Zazzaroni: "Meno ricorsi se lo scudetto resta all'Inter"
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© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Elena Rossin

Abbiamo intervistato in esclusiva per TMW Ivan Zazzaroni, giornalista, conduttore della trasmissione radiofonica  Deejay Football Club in onda su Radio Deejay e opinionista della Domenica sportiva, programma di Rai due. Il Consiglio federale, come anticipato, potrebbe optare per lasciare lo scudetto 2006 all’Inter, al fine di evitare una catena di ricorsi. Moggi fa bene a difendersi contro la radiazione, ma due gradi di giudizio gli sono stati contrari. Scommessopoli è una vicenda che è stata gonfiata, ma i coinvolti sono personaggi di seconda e terza fascia.

Lunedì il Consiglio federale si esprimerà sullo scudetto 2006, qualunque sarà il verdetto una, fra l’Inter e la Juventus, non sarà soddisfatta. Sarà una vicenda che si trascinerà ancora nel tempo?
“Credo che il Consiglio federale stia optando per lasciare le cose come stanno ovvero non revocare lo scudetto all’Inter. Questa sarebbe la decisione più comoda e meno cruenta: devo anche dire di essere stato il primo a scrivere di questa possibilità, prima ancora della Gazzetta, non perché io sia particolarmente intelligente o esperto, ma perché, nelle scorse settimane, ho parlato con avvocati che conoscono la materia e anche il settore e loro mi hanno detto che questo tipo di soluzione è la meno pesante in termini di effetti. Perché, se il Consiglio federale revocasse lo scudetto, avremmo una serie di ricorsi al Tar, al Consiglio di Stato da parte dell’Inter; invece rimanendo così le cose si indispettisce, per usare un eufemismo, solo la Juventus, che per altro lo è già, e quindi ritengo che questa sarà la conclusione alla quale approderà il Consiglio federale, anche se è già stata molto anticipata”.

Il tribunale ha respinto il ricorso in appello sulla radiazione di Moggi, altra vicenda sulla quale non si è ancora arrivati ad una conclusione?
“E’ indubbio che Moggi ricorrerà ancora e fa bene a difendersi, ma due gradi di giudizio gli hanno dato torto. Il discorso sulla radiazione, in questo caso secondo me, è abbastanza secondario, però, se si è arrivati a quel tipo di conclusione nel 2006, mi  sembra naturale quasi fisiologica la radiazione. L’eventuale revoca dello scudetto del 2006 non inficia la radiazione di Moggi. In questi cinque anni abbiamo avuto qualche elemento in più, attraverso le intercettazioni, cioè che i due designatori, in particolare uno, parlavano con una certa frequenza con molti addetti ai lavori. Calciopoli nel 2006 ha squarciato il velo di una stagione del nostro calcio fra le peggiori, chiaramente c’era qualcuno che aveva responsabilità maggiori rispetto ad altri, ma da quando io mi occupo di calcio so che ci sono presidenti e società che tentano di condizionare gli arbitri e alcuni arbitri si lasciavano, perché dopo calciopoli alcune cose sono cambiate grazie a Dio, condizionare”.

Rimanendo in tema giudiziario scommessopoli sembra procedere senza più occupare le prime pagine dei giornali e i dibattiti in tv. E’ una vicenda che si sta sgonfiando o i giudici preferiscono lavorare lontano dai riflettori?
“E’ una vicenda che è stata eccessivamente gonfiata, nel senso che in un certo periodo del nostro paese, fino a poco tempo fa, faceva comodo gonfiare a dismisura uno scandalo, che io ho sempre considerato per portata il più piccolo fra quelli che ci sono stati dall’ottanta a oggi in termini di scommesse e di condizionamenti dei risultati. E’ chiaro che ci sono delle truffe e qualcuno qualche cosa l’ha combinata, però i protagonisti della vicenda mi sembrano tutti di seconda e terza fascia o ex calciatori o giocatori di Lega Pro. Io sono convinto che da sempre si scommetta illegalmente sulle partite di calcio in tutta Europa e non solo. Adesso è venuto fuori il caso Paoloni, che tutto subito è stato molto cavalcato, ma ad un certo punto è stato mollato. E’ una cosa che riguarda sinceramente pochi protagonisti e per il resto si sia molto millantato. Dirò di più, a certi livelli e in certe categorie, in particolare in Lega Pro, ci sono alcune società che impongono ai propri calciatori di perdere per salvare in qualche modo il bilancio: è quello che ha detto Buffone del Ravenna, ed è estendibile anche ad altri club”.