Olivero invita Balotelli a Torino: "Vieni, la città non è razzista"
Fa ancora discutere il caso di Mario Balotelli, il giocatore interista oggetto di insulti e cori razzisti sabato scorso nella gara contro la Juventus (punita con una giornata di gara a porte chiuse). Tra tante voci a commento, si leva una voce non sportiva, per ribadire che la città non è razzista. È quella di Ernesto Olivero, fondatore il Sermig (Servizio missionario giovanile) di piazza Borgo Dora.
«Io sono juventino e in particolare grande amico di Buffon. Da torinese e bianconero voglio invitare Mario Balotelli nel nostro Arsenale della pace. Voglio così dimostrare, con tutto il cuore, che Torino, nonostante i cori di sabato, non è una città razzista. Non può essere rappresentata da quella minoranza che si è manifestata in quel modo sabato scorso allo stadio. La stragrande maggioranza della città ha una grande anima, accogliente. E io lo voglio dimostrare a Balotelli».
Ma gli ultrà bianconeri hanno opinioni differenti. I "Drughi-Juventus club Filadelfia" non pensano proprio a chiedere scusa: «I cori erano una risposta ai suoi atteggiamenti provocatori e non contro la sua origine, tanto è vero che Vieira e Montari, neri come lui, non sono stati presi di mira. Il razzismo non c´entra, si è trattato solo di un modo, magari discutibile, di deconcentrare l´avversario».
Giudizio diverso è quello di Salvatore Buglio, ex parlamentare Ds e vicepresidente dello Juventus club di Montecitorio: «Chiediamo scusa senza se e senza ma a Mario Balotelli. È stato offeso, deriso, umiliato e per questo la Juventus è stata punita. Non contesto la condanna, ma le motivazioni. Non si può dire che la società Juventus sia stata connivente: è un giudizio ingiusto, infondato e falso. Torino e laJuventus non possono essere additati a livello internazionale come contigui al razzismo».