LA SLA ha un'incidenza altissima tra i calciatori
La Sla è considerata una malattia rara perché ha un’incidenza piuttosto bassa sulla popolazione italiana: mediamente 5 nuovi casi all’anno su 100 mila persone. Questa la triste media statistica della Sclerosi laterale amiotrofica, o morbo di Lou Gerigh (dal nome del giocatore di baseball al quale fu diagnosticata per la prima volta). Tra gli ex calciatori, però, l’incidenza in proporzione cresce di almeno sei volte rispetto al totale e il mondo del calcio italiano, soprattutto dei professionisti e degli ex professionisti, ha più di un motivo di preoccupazione.
C’è già chi è scomparso per colpa della Sla: Gianluca Signorini, a 42 anni nel 2000, per sette stagioni alla guida del Genoa Calcio come capitano; Lauro Minghelli (a 31 anni nel 2004), già nella primavera del Torino e poi in B con l’Arezzo di Serse Cosmi; Adriano Lombardi (a 52 anni nel 2007), fantasista dell’Avellino nei primi anni in A della squadra campana; Albano Canazza, italo brasiliano (a 38 anni nel 2000), per tre stagioni con il Como nella massima serie; Ubaldo Nanni, ex terzino del Pisa (nel 2006 a 44 anni).
Sono inoltre recentissime le immagini della partita di solidarietà per una raccolta fondi in favore della nuova fondazione contro la Sla di Stefano Borgonovo, l’ex centrocampista del Milan e della Fiorentina tornato purtroppo sul campo da calcio in carrozzina, in nome della solidarietà. Prima di ammalarsi era un'atleta anche Luca Coscioni, ex deputato del Partito Radicale: praticava l'atletica leggera a ritmi serrati, è morto a 39 anni nel 2006. Troppi casi tra gli sportivi, alcuni anche in Scozia. La Procura di Torino tiene aperta un’inchiesta. Non è ancora chiaro quale possa essere la relazione tra eventuali casi di doping e la malattia.