Il Grande Torino rivive con Francesco Palamara
Il 4 maggio del 1949 alle ore 17,05 , rientrando da Lisbona dove aveva disputato una partita con la quadra del Benfica, la squadra del Torino veniva annientata da un incidente aereo. Il trimotore delle Aviolinee Italiane, finito fuori rotta a causa della una fitta nebbia che avvolgeva Torino, si schiantò infatti contro i muraglioni della Basilica di Superga, il più grande santuario del Piemonte. Si concludeva così l’avventura sportiva e umana di una delle squadre più importanti che l’Italia abbia mai veduto che meritatamente viene definita come “Il Grande Torino” per le vittorie conseguite e per la qualità tecnica portata sui campi da gioco. L'impatto causò la morte istantanea di tutte le trentuno persone di bordo, fra calciatori, staff tecnico, giornalisti ed equipaggio e viene oggi ancora ricordato come la Tragedia di Superga. A sessanta anni da quell’ evento l’Associazione Culturale Anassilaos Sezione Giovani dedica un incontro sul tema “ Omaggio al Grande Torino” che si terrà martedì 5 maggio alle ore 18,00 presso la Sala di San Giorgio al Corso. A ricostruire la storia del Torino, il ruolo e la funzione che esso giocò nel calcio italiano, sarà il Dr. Francesco Palamara, sportivo e appassionato di storia del calcio che ripercorrerà le tappe salienti della vicenda sportiva e umana del Torino cominciata nella fatidica estate del 1939, allorquando l'industriale Ferruccio Novo ne assunse la presidenza, provvedendo subito alla riorganizzazione della squadra e conclusasi nella primavera del 1949. Egli ricorderà la figura dei giocatori scomparsi, rendendo omaggio ai tecnici, ai giornalisti e all’equipaggio e ricostruendo il forte clima di commozione che attraversò l’Italia e il mondo alla notizia della tragedia, unito a quel senso cavalleresco che animò le altre squadre partecipanti al Campionato italiano che schierarono contro i giovani del Torino i propri giovani. Una tragedia sportiva di oltre mezzo secolo – ha dichiarato il Presidente Giovanile dell’Anassilaos Tito Tropea - in una Italia appena uscita dalla guerra con enormi distruzioni e una economia tutta da ricostruire e con uno sport, il calcio, ancora giocato sui campi, che ancora commuove e conserva intatta la sua valenza anche per l’oggi perché quel calcio, povero e senza grandi risorse, lontano dai pettegolezzi e dalla cronaca rosa che oggi investe tutti i calciatori, fatto di coraggio e sacrificio personale, impegno e lealtà, voglia di giocare, distante dalle violenze delle curve, si pone come modello ai giovani di oggi, un modello forse lontano, ormai superato e magari obsoleto, che non vogliamo però sia soltanto oggetto di commemorazione ma occasione, per tutti i giovani, di una riflessione che partendo dallo sport riconquisti quei valori civili di cui il nostro Paese ha più che mai bisogno. In questo senso possiamo ben dire, come ebbe modo di scrivere Indro Montanelli, “che il Torino non è morto: è soltanto "in trasferta". Nel corso della manifestazione sarà donata al pubblico una cartolina commemorativa con l’annullo filatelico del 4 maggio.