Vendere per comprare … ma intanto il tempo passa e Mazzarri aspetta
Acquah, Valdifiori, Obi, Niang e anche Ljajic e Baselli se arrivano le offerte giuste: questi sono i giocatori che il Torino è predisposto a vendere. Con il ricavo poi interverrebbe per completare la rosa con un paio di elementi ovvero un difensore centrale stante i degenti Lyanco e Bonfazi e un esterno poiché allo stato attuale ci sono solo De Silvestri, Ansaldi e in aggiunta Berenguer. Servirebbero anche un centrocampista che unisca le doti di intenditore e che abbia capacità di spinta e una punta come sostituto di Belotti o anche per fare coppia con lui. Sono settimane ormai che si attende la cessione dei giocatori che non rientrano nei piani tecnici di mister Mazzarri, ma c’è stallo. Non che manchi chi sia interessato ai suddetti calciatori, ma qualche destinazione è stata rifiutata dagli interessati e qualche offerta non è stata ritenuta congrua perché troppo bassa e a questo si aggiungono le varie dinamiche del mercato ed ecco spiegato perché finora non so sono concretate le cessioni.
Tra i tifosi tiene banco, tra le tante cose, se veramente il Torino ha bisogno di vendere per poter acquistare. Per dare una risposta basata sui fatti è doveroso fare un po’ di conti e non dimenticare che di solito sia per gli acquisti sia per le vendite non si sborsano o sì incassano le cifre tutte e subito poiché quasi nella totalità dei casi ci sono due o tre rate che vengono spalmate su più anni. Ma per capire e semplificare si può tralasciare questo dettaglio contabile e fare i conti sulla totalità delle cifre. Il Torino ha chiuso il bilancio relativo al 2017 con un utile di 37,2 milioni ai quali va sommata la cifra di 1,4 mln derivante dalla causa vinta con il Puma per la cessione di Gaston Silva, quindi nelle casse societarie in partenza c’erano 38,6 a questi soldi vanno sottratti quelli spesi per Niang (12), Rincon (6), N’Koulou (3,5), Izzo (10), Bremer (6), Meïté (10) e Damascan (1,5) e aggiunti quelli incassati dalla cessione di Barreca (10) e quindi allo stato attuale c’è un passivo di 400 mila euro. Le cifre della compra-vendita dei cartellini dei giocatori sono state tutte dette dal presidente Cairo quando ha parlato con i giornalisti a Bormio. Per essere precisi si può anche mettere in conto che il Pumas faccia ricorso al Tas e nel caso lo vincesse il Torino non riceverà l’1,4 mln e di conseguenza il passivo aumenterebbe a 1,8 mln.
Per un club che è attentissimo ai conti, ed è giusto che sia così, è evidente che deve prima vendere e poi comprare. E’ però altrettanto evidente che il tempo passa e si avvicinano sempre più i primi impegni ufficiali, infatti, il Torino disputerà il terzo turno di Coppa Italia l’undici o il dodici agosto e il campionato inizierà con gli anticipi il diciotto, quindi, avere la rosa incompleta a meno di un mese dal via è un problema per l’allenatore che pur gestendo la situazione non ha certezze su chi alla fine rimarrà e su chi arriverà. Tenendo conto che il passivo è minimo per i soldi che girano nel calcio il Torino potrebbe anche non attendere le cessioni per fare gli acquisti agevolando così il lavoro di Mazzarri.