Toro-Wolves: chi vale più sghèi? Il confronto sulle quotazioni di mercato

08.08.2019 15:32 di  Claudio Colla   vedi letture
Toro-Wolves: chi vale più sghèi? Il confronto sulle quotazioni di mercato
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Si scrive Shakhtyor Soligorsk (rischiando di incappare in scenari simili alla nota gag di "Excalibur" nel SuperFantozzi dell'indimenticato Paolo Villaggio), si legge Wolverhampton. E, benché sia assolutamente giusto, oltre che ritualisticamente d'obbligo, che mister Mazzarri inviti alla prudenza rispetto all'idea che il penultimo preliminare di Europa League sia soltanto una formalità, e che i bielorussi non siano un semplice materasso sul quale rimbalzare verso la sfida con gli inglesi, che tra poche ore, situazione analoga, se la vedranno col Pyunik, in terra armena, è impossibile non pensare, in prospettiva, al confronto con gialloneri dei dintorni di Birmingham. Un club che nell'ultimo triennio ha speso tanto, passando da una promozione in Premier League, dopo sei anni di assenza, a un'immediata qualificazione in Europa. Quanto meno, lo si specifica sussurrando, al suo preludio estivo. 

Ma quanto vale la rosa dei Wolves, o quanto meno il suo undici di riferimento, rispetto all'organico del Toro, e ai suoi uomini migliori? Quanto meno, in base alle attuali valutazioni di mercato. Come già fatto in passato, ci appoggiamo, cum grano salis, all'autorevole sito teutonico Transfermarkt.de, per dirimere la questione. Partendo da una premessa puramente numerica: di circa 314 milioni di euro la quotazione dell'attuale patrimonio tecnico del club d'Albione, quasi 120 in più rispetto ai circa 196 stimati per il gruppo agli ordini di Mazzarri. Si parla per l'appunto di sghèi, criterio che non necessariamente rispecchia le vicende del terreno verde.

PORTA - Già il confronto a distanza tra Sirigu e Rui Patricio, quest'ultimo approdato in Premier appena un anno fa, dopo un'intera carriera tra i pali dello Sporting Lisbona, oltre che della nazionale portoghese, appare iniquamente, quanto meno nelle proporzioni, in sfavore di Valterino: di soli 7 milioni e mezzo di euro il prezzo attribuito all'estremo granata (se mai fosse stato messo in vendita, sarebbe stato come minimo per il doppio, considerato inoltre il suo rientro, da secondo dietro a Donnarumma, nel giro della Nazionale), di 20 milioni, quasi il 150% in più, quella per l'atleta lusitano. Pesa naturalmente, più del solo anno di differenza che li divide, il successo di Euro 2016, kermesse lungo la quale Rui Patricio giocò da titolare.

DIFESA - 45 milioni complessivi per il terzetto composto da Izzo, N'Koulou (20 milioni per uno) e Djidji (ancora infortunato, gli "tiene caldo il posto" Bremer). Senza contare che il terzo difensore centrale granata più costoso è però Lyanco, valutato 8 milioni, che certamente a breve potrebbe giocarsi una maglia da titolare. "Soli" 40 i milioni di euro per i tre di difesa schierati da Nuno, cifra che include i 18 milioni di Dendoncker, reinventato sul centro-destra arretrato dopo gli anni da mediano all'Anderlecht, i 12 di Willy Boly, e i 10 del capitano giallonero, Conor Coady. Con la variabile Jesus Vallejo, appena prelevato dal Real Madrid, anch'egli quotato 10 milioni di euro.

CENTROCAMPO - Se la cerniera mediana di casa Toro, composta da Baselli e Meité (con Rincòn primo rincalzo), è stimata per un totale di 23 milioni di euro dal sito tedesco (ma va detto che mai Baselli potrebbe essere messo in vendita per "soli" 10 milioni), quella dei Wolves è da mille una notte: e se Moutinho, proveniente da una carriera da quasi-top player, è ora quotato 10 milioni, soprattutto per ragioni anagrafiche (33 anni a settembre) e di integrità atletica, Ruben Neves, 22enne playmaker di scuola Porto, comprato dal club delle Midlands poco più di due anni fa per 18 milioni, vale, secondo Transfermarkt, ben 45 milioni di euro. Confronto impari, quanto meno sulla carta, con quasi qualunque suo omologo di una qualsivoglia squadra di fascia medio-alta. Appena più ravvicinato, ancorché nettamente ad appannaggio, ancora, del Wolverhampton, il confronto tra i titolari sulle rispettive corsie laterali: se il 25enne Jonny Otto, ex-Celta Vigo acquistato dall'Atletico Madrid la scorsa estate, immediatamente girato in prestito ai Wolves, per poi essere riscattato da questi ultimi già in gennaio, stabilmente nel giro della nazionale iberica come credibilissima alternativa a Jordi Alba (entrambi portano peraltro un nome che farebbe la sua gran bella figura anche in un film noir), vale tutti e 20 i milioni spesi dal club inglese, basta la quotazione del 27enne Matt Doherty, esterno destro anche della nazionale irlandese, a pareggiare i 15 milioni derivanti dalla somma di Ola Aina (10) e Cristian Ansaldi (5). Come per De Silvestri (stimato 4 milioni), d'altra parte, su quest'ultimo, brillantissimo da ormai più di un anno, e a tratti arrestato soltanto dagli infortuni ricorrenti, pesa la carta d'identità, più che l'effettiva efficacia in campo, dimostratasi, come ribadito in molte sedi, di prim'ordine.

ATTACCANTI - Medesima valutazione per Belotti e per ciascuna delle due stelle d'attacco giallonere, il messicano Raul Jimenez e il portoghese Diogo Jota: 35 milioni di euro per il cartellino di ognuno. Il Toro arriva, per il proprio tridente, a un totale massimo di 62 e mezzo (35 di Belotti + 17,5 di Iago + 10 di Zaza), che può abbassarsi a poco più di 50 o di 55 sostituendo Berenguer (6 milioni) a uno degli ultimi due citati. Musica diversa se arrivasse Verdi, quotato 23 milioni di euro, pressappoco la cifra che il Napoli ha speso un anno fa per prelevarlo dal Bologna. I 70 milioni dei Wolves diventano 85 con l'aggiunta dell'attuale terzo titolare d'attacco, Adama Traoré, e addirittura 98 con il nuovo arrivo Patrick Cutrone: cifra quest'ultima onestamente forse un po' troppo condizionata dall'età verde dell'ormai ex-Milan, più realisticamente vicino ai 18 milioni di euro spesi in realtà dal club inglese.

In definitiva, ammesso che queste cifre valgano davvero almeno una parte significativa della realtà del campo, la missione del Toro potrebbe rivelarsi un tantino in salita. Rispettare l'avversario, e saperne compiere una valutazione realistica? Sempre. Temerlo, e giocare già da mezzi sconfitti? Mai.