Toro, una difesa di ferro. La base da cui ripartire nella nuova stagione
I granata di Walter Mazzarri hanno chiuso il proprio splendido campionato con un settimo meritatissimo posto in classifica, merito di una squadra solida, non sempre bella a vedersi (e qualche volta molto molto brutta), di un gruppo sempre compatto e di un tecnico che ha coltivato un reparto difensivo di tutto rispetto. Grazie a lui c'è stata l'esplosione di Armando Izzo e la conferma superba di Nicolas Nkoulou, senza dimenticare l'elevato livello di Emiliano Moretti, che ora ha appeso le scarpette al chiodo, oltre alla crescita di Gleison Bremer e Koffi Djidji.
Il mix di ingredienti che ha originato un dato statistico importante, quello non solo di chiudere la stagione con la quinta miglior difesa del campionato (peccato aver rovinato una media eccellente con i quattro gol subiti ad Empoli nel penultimo turno, senza di quelli sarebbe stato secondo posto con l'Inter), ma soprattutto la possibilità di chiudere l'anno subendo meno gol di quante partite effettive sono state giocate. Non solo è la prima volta che questo accade nell'Era Cairo, ma si tratta di un fattore mancante addirittura dalla lontanissima stagione 1991-1992 quando, per la seconda volta di fila, ci riuscì il Toro di Emiliano Mondonico (dati che portavano all'Europa) Ripetersi sarà più complicato, ma si tratta di un punto di partenza con margini di ulteriore miglioramento.