Toro, tre punti per ricominciare
Flavio Bacile
La frase più bella e significativa di Torino-Ascoli la pronuncia Lerda a fine partita, e, per certi versi, racchiude in quelle cinque parole l’essenza di questa partita. Non solo quindi il successo sulla squadra marchigiana, per la verità non grandissima cosa per quanto visto ieri all’Olimpico, ma abbraccia un’intera settimana vissuta “pericolosamente”, l’ennesima settimana di passione granata.
"Abbiamo battuto anche noi stessi", frase estrapolata da un più ampio discorso, è ovvio, che però nel suo compendio dice tanto di più, profondamente “profonda” se mi passate il termine, su quello che era lo stato d’animo di squadra ed allenatore, prima e durante la partita.
Quanto al Toro, è stato il solito Toro, con il consueto “disimpegno” difensivo sbagliato che apre le porte al gol dell’Ascoli dopo appena 90” di gioco, arruffone fino al gol di Sgrigna al 25’ del p.t., clamorosa in questo caso la compartecipazione Guarna autore di una paperissima, arrembante, ma non troppo, per i restanti 70 minuti di gioco.
Sottolineo, per evitare fraintendimenti, che se c’era una squadra che meritava di uscire dall’Olimpico con i tre punti, questa era la squadra di Lerda, che con grandissimo sforzo, fisico e mentale, data la situazione climatica, quell’ambientale e quella psicologica, ha raddrizzato una partita che poteva sancire l’addio del tecnico e l’aprirsi di una montagna di polemiche e dibattiti.
Una prova d’unità d’intenti difficile da pronosticare, specialmente dopo una settimana che raccontava tutt’altro, spogliatoio spaccato, un classico ormai, giocatori contro il tecnico, Lerda nervoso, Petrachi forse anche di più, chi più ne ha, più ne metta.
Tutto falso? Sembrerebbe proprio di si, o almeno non così brutto com’era stato dipinto. Le parole del tecnico a fine gara, l’impegno dei ragazzi durante i novanta minuti, l’attaccamento di Obodo, colpito da un grave lutto, dimostrano tutt’altra cosa.
È altrettanto vero che il Toro visto contro l’Ascoli non può bastare per puntare alla promozione, i passi avanti da fare, sono più di uno ed in varie zone del campo, anche perché la manovra non è ancora fluidissima, ed ancora troppi sono i periodi di pausa, l’approccio alla partita che sembra essere il vero punto debole di questa squadra, deve necessariamente migliorare, il centrocampo convince sempre poco, specialmente in fase di costruzione, i quattro davanti sono l’ago della bilancia, e condizionano in modo determinante le varie fasi di gioco, la difesa ha cali di concentrazione paurosi durante i novanta minuti.
Insomma il lavoro di Lerda si presenta ancora lunghissimo.
Felice, anzi felicissimo che il tecnico possa continuare quest’avventura in granata, e, questi tre punti regalano una boccata d’ossigeno che non si può proprio sprecare. Bisogna però fare tesoro degli errori passati, e non ignorare i campanelli d’allarme che anche Torino-Ascoli ci hanno regalato.