Toro-Rincòn-Genoa, si gioca a rimpiattino. Tutti insoddisfatti?
Altra corsa, altro triangolo di mercato. Intento a festeggiare il compleanno della moglie Karina, Tomàs Rincòn, un po' a sorpresa, appare vicino a un bivio: partire, o restare ai margini del progetto tecnico granata. Da leader inamovibile a possibile riserva delle riserve, il trentaduenne centrocampista venezuelano vorrebbe restare a Torino, non ultime per ragioni di natura domestica e familiare, seppur con ancora un solo anno di contratto, e prospettive di rinnovo al momento del tutto assenti. A corteggiarlo, il nuovo Genoa di Maran. Agli ordini di Gasperini prima, e di Juric poi, El General aveva fatto le fortune dei rossoblù, e la società ligure vorrebbe portarlo nel progetto tecnico, un misto di giovani e giocatori esperti.
Le aspettative circa la cessione del cartellino, da parte di Cairo e Vagnati, sono ridotte. Un paio di milioni, magari abbondanti (Rincòn è a bilancio per poco meno di tre), potrebbero risolvere la questione. L'ingaggio del generalissimo non è dei più ridotti: un milione e quattrocentomila euro annui, che, in assenza di proposte economicamente più allettanti, potrebbe essere spalmato su un triennale da appena meno di un milione a stagione. Ipotesi suggestiva, mentre Il Grifone cerca di chiudere il colpo grosso davanti, portando alla corte di Maran uno tra Llorente e Pavoletti.
I nuovi arrivi a centrocampo, già effettivi e previsti, rischiano di collocare il giocatore in una situazione di forte subalternità, nociva alla carriera e all'umore. Ed è così che il ritorno al Genoa sembra, in prospettiva, poter prendere quota: potersi giocare nuovamente la titolarità dalla porta principale, in un ambiente già testato con successo, dovrebbe prevalere sul mantenimento di un connubio che sembra essersi esaurito. Trasformando l'attuale insoddisfazione delle parti in causa a una possibile soddisfazione comune e condivisa.