Torino, potrebbe tornare Genevier ...... Mah!

Il centrocampista è reduce da una sfortunatissima stagione a Siena dove ha disputato solo diciotto minuti a causa della rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro. In un'intervista dello scorso aprile Genevier parla di Ventura e Petrachi.
01.06.2011 13:57 di  Elena Rossin   vedi letture
Torino, potrebbe tornare Genevier  ...... Mah!
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© foto di Federico De Luca

Premessa doverosa per non far sorgere equivoci: il centrocampista francese Genevier è un giocatore di buon livello, come ha dimostrato quando il 29 gennaio 2010 è approdato al Torino, rimanendovi fino alla fine della stagione, collezionando 21 presenze e una rete realizzata il 23 marzo contro l’Ascoli, per la cronaca la partita fu vinta dal Torino proprio grazie al gol di Genevier. I dubbi che sorgono sul giocatore dipendono solo ed esclusivamente dal fatto che per tutto il campionato appena terminato non ha potuto giocare - fatto salvi 18 minuti nella partita con l’AlbinoLeffe all’ultima giornata entrato per sostituire Troianiello - a causa dell’infortunio al ginocchio sinistro occorsogli in allenamento il 24 agosto scorso che ha comportato la rottura del legamento crociato anteriore. Se l’indiscrezione riportata oggi dal quotidiano Tuttosport, in un articolo firmato da Marco Bonetto, risultasse vera e Gael Genevier venisse ingaggiato dal Torino ci si chiederebbe se è opportuno puntare su un calciatore che purtroppo è dovuto stare fermo un anno, rischiando così di ripetere l’errore commesso con l’arrivo di Obodo. E’ vero che Genevier ha già giocato nel Torino nel recente passato, ed è altrettanto vero che una volta guarito da un infortunio un atleta può tornare sugli stessi livelli di prima, ma c’è anche da valutare che il centrocampista francese non è la prima volta che è costretto a uno stop a causa di problemi fisici. Già nella stagione 2007-‘08 quando militava nel Pisa dei “miracoli”, allenato da Ventura e con direttore sportivo Petrachi, e con il suo apporto ha portato i toscani a disputare la finale dei playoff con il Lecce poi persa, fu tormentato da qualche infortunio che ne limitò la presenza. Quindi è legittimo chiedersi: il Torino che ha l’obbligo di fare un campionato di vertice, dopo l’ultima disastrosa stagione, può permettersi di puntare su un giocatore, che ricopre un ruolo chiave a centrocampo, che fisicamente non è integro?

Prendendo per buono - e fino a quando eventualmente il suo contratto con il Torino non sarà depositato in Lega, di certezze non se ne avranno - che la prossima stagione Genevier indossi la maglia granata si può ipotizzare che Gianluca Petrachi rimanga come direttore sportivo e che le quotazioni di Giampiero Ventura, come prossimo allenatore del Torino, siano in ascesa; infatti i tre ricostituirebbero una parte del Pisa dei “miracoli”, in quella squadra militavano anche in porta Morello, attuale terzo portiere del Torino, e l’esterno di centrocampo Gabionetta, che sarà pure il pupillo di Lerda, ma che è ben conosciuto anche da Ventura e Petrachi.

Tornando a Genevier ecco cosa pensa di Ventura e Petrachi così come si può leggere in un’intervista del 1 aprile 2011 riportata sul sito “Il Pisa siamo noi” a firma Simone; Genevier descrive il suo rapporto con Ventura: “E’ un tecnico eccezionale e i risultati lo dimostrano. In campo è indubbiamente il numero uno. Da vero maestro di calcio riesce a tirar fuori il meglio da ogni giocatore. Secondo me darebbe il massimo in un contesto organizzato, con una società vera alle spalle che lo sostenga e lo supporti nella gestione dello spogliatoio. Questa cosa è ancora più evidente se pensiamo a ciò che è successo nel secondo anno a Pisa”.
E del direttore sportivo Gianluca Petrachi dice: “Lui è un direttore sportivo che ha giocato fino a poco tempo fa, questo lo aiuta a interpretare il suo ruolo al meglio, perché sa cosa prova un giocatore che non gioca, uno infortunato, uno che gioca ….. quindi ha saputo gestire bene i rapporti tra i giocatori, mister, medici, dirigenti. E credo che Ventura e Petrachi si completassero a vicenda. In tal senso, non è un mistero che questa sia in gran parte la chiave di lettura del Pisa dei miracoli”.