Torino, pace con i tifosi lontana: Sirigu non ci sta e alza la voce
Il Toro non riesce a far pace con i propri tifosi. Non è bastato lo 0-2 in trasferta contro la Roma, non ha convinto il passaggio del turno in coppa dopo i calci di rigore: è vero, giovedì sera il Grande Torino è stato riempito da meno di quattromila spettatori, ma dai pochi presenti sono arrivati più mugugni che applausi. D’altra parte, Belotti e compagni ci hanno messo del loro, perché i progressi visti all’esordio nel nuovo anno non sono stati riproposti. A Salvatore Sirigu, però, proprio non va giù questo clima che si è creato intorno alla squadra: "Giocare qui sta diventando sempre più difficile, dopo appena dieci minuti si percepiva già il malcontento – l’affondo del portiere – e noi lo avvertiamo: avere un ambiente unito era sempre stata la nostra forza, ora invece è sempre più dura e gli avversari ne approfittano. Stiamo cercando in tutti i modi di riconquistare la fiducia, non vogliamo essere coccolati ma nemmeno essere criticati in maniera prevenuta. E’ troppo facile esultare alla fine". E poi c’è un terreno gioco che non aiuta, anzi: "Da tempo è in queste condizioni, è pesante e rischiamo spesso di scivolare – ha ancora aggiunto Sirigu – anche mentalmente lo patiamo: il terreno è sconnesso, il pallone arriva con un rimbalzo strano e noi ci preoccupiamo più dello stop che del gioco. Tutta questa situazione ci rende insicuri, speriamo di risolvere questo problema perché tra le componenti per fare risultati c’è anche la serenità".
Spirito Toro - Poi ci sono le cose positive, come l’aver fatto gruppo e aver centrato l’obbiettivo nonostante le assenze: sei infortunati più tre acciaccati, la coperta era cortissima. "Si è visto lo spirito Toro – ha dichiarato orgoglioso il portiere, arrivato a 101 presenze con la maglia granata – e abbiamo fatto meglio dell’anno scorso, quando eravamo usciti agli ottavi contro la Fiorentina: è bene ribadirlo, anche per darci ancora più autostima". E poi l’emozione dei rigori, con Sirigu che svela i suoi segreti quando si trova faccia a faccia con un avversario distante appena 11 metri: "Studio il più possibile, ma a volte vado d’istinto: e fidatevi, negli anni ho capito che sfruttando le sensazioni del momento spesso azzecchi e vieni premiato>" Ora testa al Bologna, e a una corsa all’Europa durante la quale il Toro vuole ancora dire la sua: "Dobbiamo scordarci di Roma e della coppa, dobbiamo pensare soltanto al Bologna e sappiamo che non sarà facile – parola del portierone granata – ma dobbiamo dare tutto su ogni pallone: questo è l’unico modo per uscire da un momento non semplice".