Torino, il tempo della verità è giunto
Infermeria quasi svuotata, motivazioni alle stelle, due punti in più in classifica e il sesto posto occupato, con queste premesse il Torino non avrebbe nulla da temere dalla sfida con l’Empoli di domani sera. Appunto non avrebbe, no non ha, perché i granata hanno da temere loro stessi. Troppe volte sono stati discontinui nell’arco di questo campionato, troppe volte si sono trovati a dover dimostrare sul campo che alle intenzioni devono seguire i fatti. Adesso però il tempo, che finora è stato un prezioso alleato, e la pochezza di questo campionato - infatti tutte le volte che il Torino rallentava immancabilmente anche le altre squadre facevano altrettanto, quasi a voler dare sempre e comunque un’altra possibilità ai granata - non possono più aiutare Bianchi e compagni. Il tempo del dentro o fuori è arrivato.
Vincere ad Empoli è l’unica possibilità. I più ottimisti potrebbero obiettare che ai granata anche un pareggio in Toscana potrebbe essere utile, se altrettanto facessero Padova e Livorno, rimandando così lo scontro definitivo alla gara di domenica 29 proprio con i veneti. Certo i numeri confermano questa possibilità, peccato però che il Torino giochi venerdì sera e che Padova-Livorno, invece, si disputerà sabato pomeriggio e lasciare il vantaggio di conoscere un risultato (il pareggio) così favorevole alle due dirette concorrenti sarebbe a dir poco follia. Anche perché gli esiti delle partite con Empoli e Padova dipendono solo dai granata, mentre la variabile Livorno, terzo incomodo da non sottovalutare, dopo i veneti incontrerà, nell’ultima di campionato, il Frosinone che potrebbe essere già aritmeticamente retrocesso in Lega Pro, qualora perdesse con il Sassuolo e Triestina e Portogruaro vincessero rispettivamente con Vicenza e Modena.
Non rimandare a domani quello che potresti fare oggi sarà la filosofia che dovrà accompagnare i giocatori del Torino dall’inizio al triplice fischio finale della gara con l’Empoli. Sarà fondamentale per chi scenderà in campo star bene fisicamente ed essere mentalmente concentrato e determinato. Per questo Lerda dovrà non guardare in faccia a nessuno e se il caso anche fare scelte impopolari sia all’inizio sia nel corso della gara, infatti le sue scelte dovranno essere improntate alla massima con la quale si riassume semplificandolo il pensiero di Machiavelli “Il fine giustifica i mezzi”, che in questo caso deve essere adattata nel: gioca solo chi dà garanzie di esserci fisicamente e mentalmente, gli altri è meglio farli accomodare in panchina o in tribuna.