Torino due volte in vantaggio poi Totti entra e fa vincere la Roma

Gol su rigore di Belotti e prima rete stagionale di Martinez, per la Roma segnano Manolas e Totti, doppietta. L’arbitro Calvarese e i suoi assistenti scontentano tutti. Esordio di Edera.
21.04.2016 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per Torinogranata.it
Torino due volte in vantaggio poi Totti entra e fa vincere la Roma
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di www.imagephotoagency.it

Totti è da standing ovation, con i fatti ha dimostrato che non è ancora da mandare in pensione. Va assolutamente riconosciuto, i grandi campioni fanno la differenza e nel momento del bisogno della loro squadra rispondono sempre presente: Totti in tre minuti, dall’ottantaseiesimo all’ottantanovesimo, è entrato e ha segnato due gol, uno su rigore, battendo il Torino e mantenendo la Roma ben salda al terzo posto e ancora in corsa per il secondo, a patto che il Napoli nelle restanti quattro partite faccia qualche passo falso tenuto anche conto che c’è lo scontro diretto lunedì sera. Chapeau!
Al Torino stava riuscendo meritatamente il colpaccio di battere la Roma e di arrivare alla quarta vittoria consecutiva, ma i granata sono rimasti attoniti e a bocca asciutta dopo che il Capitano giallorosso li ha stesi al tappeto, complici anche l’arbitro Calvarese e i suoi assistenti che di errori ne hanno commessi più di uno. Forse alla fine concedendo il penalty alla Roma, che non c’era, hanno ristabilito una sorta di equilibrio ricompensando i giallorossi per non aver concesso uno e forse anche due rigori in precedenza. 

Ventura era privo di Immobile e Maxi Lopez e ha preferito far riposare Bovo, Vives e Molinaro mandando in campo Maksimovic, Gazzi e Silva. Spalletti ha lasciato in panchina Pjanic, De Rossi, Dzeco e Totti, affidando il ruolo di terzini a Maicon ed Emerson. Il Torino fin dall’avvio è stato più in partita della Roma, infatti, già nel primo minuto Manolas ha sbagliato un intervento favorendo Martinez che si era involato e poi ha tirato dalla distanza mandando la palla sull’esterno della rete. Florenzi e Maicon non dimostravano di avere un’intesa perfetta sulla fascia destra, però, la Roma pressava alto il Torino quando gestiva la palla a ritmo lento facendola girare fra i difensori. Maicon con azione personale testava i riflessi di Padelli che alzava sopra la traversa con la mano un tiro insidioso (8’). El Shaarawy serviva Salah che di tacco innescava Florenzi, ma il diagonale finiva oltre il palo (12’). Il Torino non trovava grandi ostacoli quando verticalizzava perché la Roma non faceva filtro a centrocampo con Nainggolan, Keita e Florenzi troppo impegnati a inseguire gli avversari e Perotti che non brillava per inventiva, anche se i padroni di casa riuscivano a stare parecchio stabilmente nella metà campo dei granata. Martinez dopo aver ricevuto da Peres e saltato Manolas a tu per tu con Szczesny finiva per mandare la palla alta sopra la traversa (25’). Glik si faceva sfuggire Salah che crossava per Nainggolan, però la conclusione non era precisa (27’). Belotti con un tiro da una ventina di metri colpiva il palo esterno (31’). Manolas tratteneva per la maglia in area Belotti e l’arbitro di porta Giacomelli segnalava a Calvarese che era rigore, il “Gallo” dal dischetto non falliva e portava in vantaggio il Torino (35’). In questo caso la segnalazione dell’addizionale era giusta. La Roma era meno pimpante che in avvio di gara e faticava ad accorciare quando gli esterni del Torino avanzavano, sempre attenti i granata a chiudere gli spazi e pronti ad affidarsi alle ripartenze in velocità. Nainggolan dal limite dell’area angolava il tiro e Padelli in tuffo, con la punta delle dita, riusciva a deviare sul fondo (40’). Perotti batteva una punizione e in area, la palla finiva sul braccio di Silva (42’) che lo teneva abbastanza lontano dal corpo, anche se era girato di spalle e quindi non poteva vedere la sfera. Secondo le regole l’area occupata dal corpo del granata finiva per essere eccessiva e l’aver toccato con il braccio la palla procurava un danno all’avversario, il rigore poteva essere dato, come chiedevano a gran voce i giocatori della Roma, però, l’arbitro e l’addizionale di porta Minelli erano di parere differente.
Anche nella ripresa i giallorossi continuavano a commettere troppi errori in fase d’impostazione e faticavano a trovare l’uomo fra le linee. Nainggolan tirando in porta si vedeva deviare la palla dalla mano di Gazzi in piena area (58’), anche in questo caso, seppur evidentissimo, Calvarese e i suoi assistenti non concedevano il rigore ed erano inutili le veementi proteste della Roma. Spalletti allora provava a cambiare inserendo Dzeko al posto di Emerson e Ventura rispondeva con l’ingresso di Molinaro per Silva. La Roma con Dzeco pressava maggiormente e su calcio d’angolo, Manolas svettava su tutti e di testa trafiggeva Padelli (65’) segnando il gol del pareggio. Le sbavature dei padroni di casa in fase difensiva continuavano ed era bravo Szczesny a sventare una conclusione di Baselli (68’). La Roma rinfrancata dal pareggio continuava ad attaccare finendo per sbattere contro il muro difensivo eretto dal Torino. Ventura sostituiva Baselli con Vives (72’). Florenzi serviva in profondità Salah che pur in difficoltà provava a controllare, ma Padelli di testa al limite dell’area lo anticipava e poi Vives in rovesciata allontanava il pericolo (77’). Spalletti giocava la seconda mossa mandando in campo Pjanic per El Shaarawy (79’).  Era il Torino, però, ad andare nuovamente in vantaggio. Cross di Peres che finiva fra i piedi di Martinez, lasciato completamente smarcato in area, e il venezuelano finalmente spediva la palla in rete segando il suo primo gol stagionale (80’). Belotti su traversone di Obi mancava il gol del ko per la Roma non arrivandoci per un nonnulla (83’). In vantaggio il Torino si chiudeva in difesa. La svolta per la Roma arrivava con la sostituzione di Keita e l’ingresso sul terreno di gioco di Totti, infatti, il Capitano pochi secondi dopo realizzava il gol del pareggio: posizionato sul secondo palo in spaccata, sfruttando una sponda di Dzeco su punizione di Pjanic, segnava (86’). Cross di Perotti e la palla impattava sul gomito di Maksimovic che teneva il braccio incollato al corpo ed era in torsione, in questo caso l’arbitro Calvarese decretava il rigore, che però non c’era. Totti dal dischetto non sbagliava, anche se Padelli aveva intuito, e così portava in vantaggio la Roma (89’). Nei cinque minuti di recupero il risultato non cambiava più e le emozioni erano riservate al giovane Simone Edera che a pochi istanti dal fischio finale era fatto esordire in serie A da Ventura, che gli faceva assaporare il campo in sostituzione di Gazzi.

Il Torino nel finale avrebbe potuto fare di più e, infatti, lo stesso Ventura si è detto arrabbiato nelle dichiarazioni post partita, come riportato dal sito ufficiale: “Sono arrabbiato. Se non abbiamo fatto risultato oggi all’Olimpico, con la Roma non lo facciamo più. Abbiamo avuto la possibilità di raddoppiare e segnare anche un eventuale terzo gol, abbiamo giocato bene e a tratti in modo ottimo. Poi negli ultimi venti minuti abbiamo smesso di fare quello che sappiamo. Il rigore subìto è stato bizzarro ma non è quello il problema: siamo una squadra che deve ancora lavorare tanto”. L’allenatore del Torino ha ragione, ma c’è anche da dire che è stato Totti a fare la differenza.
La squadra granata in questa stagione ha sempre dato l’impressione di essere un’opera incompiuta che ha potenzialità e non le sa sfruttare fino in fondo, tanto vale allora dare spazio ai giovani per testarli perché solo facendoli giocare in partite ufficiali si può capire esattamente quanto possono valere. Bene l’esordio di Edera, ma pochi istanti che senso hanno? Nelle prossime quattro partite si vorrebbe vedere un Torino che inizia a svoltare proprio nella mentalità di dare maggiore fiducia ai ragazzi del vivaio che stanno implementando con i trofei la bacheca della società, riconoscendo così anche il lavoro degli allenatori, in primis quello di Moreno Longo che con la Primavera ha vinto il campionato e la Supercoppa la stagione scorsa e in questa sta portando la squadra alle finali. Piccoli campioni crescono e anche gli allenatori: loro sono il futuro del Toro.