Si parla di tanti calciatori, ma il portiere?

Per la concezione del calcio che ha Ventura il portiere è un giocatore fondamentale. Investire tempo e risorse nella ricerca di un estremo difensore di livello è imprescindibile, anche in prospettiva serie A.
15.06.2011 12:29 di  Elena Rossin   vedi letture
Si parla di tanti calciatori, ma il portiere?
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© foto di Federico Gaetano

“II possesso palla inizia sempre dal portiere” pensiero di Giampaolo Ventura messo nero su bianco nella sua tesi, scritta per diventare allenatore professionista di prima categoria. A questo pensiero va aggiunto quello che “Il possesso palla traduce in sostanza il mio modo di vedere e di interpretare il gioco del calcio”. E allora perché, a parte il nome di Jean François Gillet, attualmente estremo difensore e capitano del Bari, in questi giorni non si parla più dell’urgenza che il Torino ha di trovare un portiere visto che Robinho e Bassi sono tornati alle rispettive basi e che nell’organico granata è rimasto il solo Morello? Ieri c’è stato il tanto atteso summit fra Cairo, Petrachi e Ventura su come impostare le strategie di mercato e quali giocatori servono al mister. Sicuramente nelle quattro ore di colloquio si è parlato anche di trovare non un portiere, ma il portiere.

Al Torino un generico portiere tanto per mettere uno fra i pali proprio non serve. E’ fondamentale che arrivi il portiere ovvero un giocatore di esperienza, padrone indiscusso dell’area piccola, capace di impostare l’azione calciando la palla senza commettere errori da far sbellicare l’intero stadio e al contempo venir la bile cattiva a tifosi, allenatori e dirigenti della propria squadra, coraggioso e preciso nelle uscite, attento e pignolo nello schierare la barriera sui calci piazzati e infine, non guasterebbe, incline a parare i rigori. In fin dei conti il segreto di Pulcinella per vincere il campionato di serie B è prima di tutto non prenderle. Appunto. Infatti non subire gol vuol dire pareggio, che a sua volta garantisce un punto in più in classifica. Se poi si aggiunge anche fare gol la vittoria è assicurata, sarà un modo un po’ semplicistico di ridurre il gioco del calcio, ma è questa la lapalissiana realtà.

Dicevamo di Gillet. Ha trentadue anni, quindi l’esperienza ce l’ha. Gioca E’ belga per la precisione di Liegi, gioca in Italia dalla stagione 1999-2000, garanzia che il campionato italiano lo conosce molto bene dal momento che vi ha disputato ben tredici campionati dei quali dieci in serie B, indossando le maglie di Monza, Treviso e Bari. Fra i cadetti ha disputato 341 partite subendo 360 gol, con una media di 1,05 reti incassate a partita. Sempre in B è stato ammonito nove volte e non ha mai subito espulsioni. Nella classifica Igv - indice valutazione giocatore, calcolato in trentesimi che non esprime un voto, ma il contributo quantitativo che il giocatore apporta alla propria squadra - fra i portieri della serie A dell’ultimo campionato è al tredicesimo posto con 18,3, al primo vi è Sorrentino con 21,5. Qualcuno dirà che con 1,05 gol subiti a partita Gillet proprio una saracinesca non lo è, ma nemmeno un colabrodo e poi va considerato che nei gol subiti le colpe non sono elusivamente del portiere, ma vanno suddivise almeno anche con la difesa. Se si confrontano gli ultimi dieci campionati di B la squadra che è arrivata prima ha subito una media di 0,87 reti a partita, mentre la formazione che si è aggiudicata in extremis la serie A 0,96, esclusi dal calcolo i gol subiti nei playoff quando si sono disputati (nella stagione 2004-‘05 si è considerato primo l’Empoli, anche se effettivamente si era piazzato al primo posto il Genoa, poi retrocesso all’ultimo, e l’Ascoli era stata l’ultima squadra ad accedere alla massima divisione). Morale al Toro il portiere urge, speriamo che Petrachi vi dedichi, il più in fretta possibile, parecchio del suo tempo e anche una buona parte delle risorse che Cairo gli ha messo a disposizione; l’estremo difensore di qualità è un fondamentale investimento anche per la serie A.