Si è dimesso il capo degli osservatori: influirà sul mercato?

Va via D’Ottavio e in scadenza ci sono gli altri due osservatori Cavallo e Zavagno. Cessione di Ogbonna in dirittura d’arrivo. Si cercano quattro titolari: terzino ed esterno alto di sinistra, centrocampista offensivo e una punta.
28.06.2013 11:10 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Si è dimesso il capo degli osservatori: influirà sul mercato?
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© foto di Luigi Gasia/TuttoJuveStabia.it

Antonio D’Ottavio, capo degli osservatori del Torino Fc, ha dato le dimissioni per andare al Sunderland. La notizia, neppure accennata sul sito della società quindi neanche smentita, non è comunque passata inosservata ieri e porta a riflettere. La società granata alla voce osservatori non abbondava perché oltre a D’Ottavio annovera solo Antonio Cavallo e Luciano Zavagno, entrambi con contratto in scadenza il trenta giugno. Queste dimissioni non sono un segnale particolarmente positivo visto che fra tre giorni si apre ufficialmente la sessione estiva del calciomercato. In teoria il lavoro di D’Ottavio per questo mercato doveva essere già stato fatto durante tutta la passata stagione, poiché le relazioni e le valutazioni sui giocatori visionati devono essere pronte appena terminano i campionati se non prima, infatti Farnerud, da poco acquistato dal Torino, era stato segnalato proprio da D’Ottavio (come anche riportato oggi dal quotidiano Tuttosport in un articolo a firma di Gianni Lovato e pubblicato oggi a pagina dodici). Però si sa che il lavoro degli osservatori non si ferma mai e influisce non poco sull’arrivo o meno di un calciatore.

Questa sessione di calciomercato, in generale, sarà in linea con quelle precedenti quindi caratterizzata da una scarsa liquidità, che si ripercuote in trattative lunghe e caratterizzate sullo scambio di giocatori fra una società e l’altra, quindi senza passaggio di soldi. Il Torino è una delle società che sembra avere maggiore disponibilità di contanti, infatti spendendo soldi ha chiuso l’acquisizione a titolo definitivo di alcuni giocatori che erano in comproprietà, Cerci, Darmian, Glik e Basha, e ha comprato Farnerud e Rodriguez, il cartellino di quest’ultimo apparteneva al settanta per cento al Peñarol. Nonostante questo però la squadra non è ancora del tutto formata e non solo perché è in procinto, forse lunedì, di essere conclusa la cessione di Ogbonna alla Juventus, che porterà nelle casse societarie granata altri soldini, e che D’Ambrosio ha chiesto di andare via e anche da questa operazione arriveranno altri contanti, ma il completamento dell’organico va oltre queste due cessioni. Infatti mancano fra i titolari un terzino sinistro, un esterno alto sempre sinistro, un centrocampista offensivo e una punta, più qualche riserva. Non proprio bruscolini.

Il Torino adesso dovrà occuparsi anche di trovare il capo degli osservatori e non sarà facile perché uno valido che accetti di dirigere una struttura che dire ridotta all’osso è un eufemismo non è impresa difficile, ma molto di più. Tra l’altro D’Ottavio e Cavallo erano stati caldeggiati dal direttore generale Comi che si vocifera sia in procinto di cambiare carica. Le dimissioni di D’Ottavio si sussurra che siano state dettate anche da una non perfetta sintonia con il direttore sportivo Petrachi. Senza entrare nel merito delle questioni o voler criticare nessuno, questo quadro fa sospettare (in società ovviamente nessuno ne parla esplicitamente e semmai prova a minimizzare) che non ci sia totale armonia all’interno della dirigenza, finora non ha influito su quest’inizio di calciomercato, ma alla lunga i nodi, o meglio le divergenze, potrebbero venire al pettine.
Per il bene del Toro, che deve sempre essere messo in primissimo piano, sarebbe meglio fare chiarezza in modo che lo staff dirigenziale sia compatto e senza attriti e che ogni membro abbia compiti ben precisi per far si che nessuno si senta e risulti nei fatti scavalcato nelle proprie competenze. Unità d’intenti, rispetto delle persone e trasparenza all’interno e verso l’esterno sono il viatico non solo per un proficuo mercato, ma anche per una stagione senza tensioni, condizione primaria per raggiungere gli obiettivi.

 

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