Sgrigna: "Esordio in A e gol. Uauh! Quasi non me ne rendo conto"
Uno Sgrigna che sprizza gioia da tutti i pori, ma ancora incredulo ed emozionato, si presenta ai media per commentare la partita con il Pescara. L’umanità e la tenerezza dell’uomo Sgrigna nella dedica del gol, che ha impreziosito l’ottima prestazione dell’attaccante, alla madre deceduta tre anni fa.
Complimenti. Esordio in A, gol che ha sbloccato la partita e ha anche messo lo zampino nella rete di Brighi servendogli l’assist.
“Sì, miglior esordio non poteva esserci. Sono contento, contentissimo, perché, a parte il gol personale e l’esordio in serie A a trentadue anni, che è una soddisfazione assurda, dico assurda poiché ancora non me ne rendo conto, sono contento perché sono arrivati i primi tre punti in questo campionato. Dopo tanti anni di sofferenza per il Torino adesso viene il bello e dobbiamo continuare su questa strada perché è quella giusta e dobbiamo lavorare per onorare questo campionato al meglio”.
A chi dedica il gol?
“A mia mamma, lo dedico a lei (gli occhi gli diventano lucidi e la voce si vela d’emozione, ndr) perché era un sogno suo, purtroppo non lo ha potuto vedere perché è mancata tre anni fa, anzi spero che lo abbia visto (rivolge gli occhi al cielo, ndr), oltre che un sogno mio. Lei ci sperava tantissimo negli anni passati, ma non era accaduto, il gol è arrivato adesso e glielo dedico”.
Lei ha esordito in A a trentadue anni, un’età non più giovane.
“L’età conta poco, perché io mi sento giovane e sto bene fisicamente, facciamo i dovuti scongiuri (ride, ndr). Sono contento di giocare a calcio, è quello che faccio da una vita perciò penso di poter dare ancora tanto a questo sport”.
Al di là del risultato avete dato prova di organizzazione di gioco e di saper sempre cosa fare. Dal punto di vista dell’assimilazione degli schemi sembrate a buon punto tenendo conto che ci sono anche dei giocatori nuovi.
“Partiamo dalla base dell’anno scorso e ci alleniamo per questo. Mister Ventura è bravissimo a preparare le partite e ci fa sempre rendere al massimo in campo in base a come si muovono gli avversari. Questa è una cosa importantissima per noi giocatori, quando andiamo in campo dobbiamo mettere le nostre doti, ma già sappiamo cosa dobbiamo fare perché prepariamo accuratamente la partita durante la settimana”.
La coesione del gruppo con l’integrazione dei nuovi porta a pensare che in maniera lineare continuiate nel segno dello scorso anno.
“Perché sono arrivati dei bravissimi ragazzi. Sono andati via ottimi ragazzi e ne sono arrivati di equivalenti che si sono integrati benissimo. Come ho detto, partiamo da una buona base e il gruppo è la cosa fondamentale per andare avanti in questo campionato che è difficilissimo”.
E’ sembrato che in occasione del rigore dicesse qualche cosa a Bianchi, gli ha chiesto di poterlo tirare lei?
“No no, gli ho detto di stare tranquillo e di fare gol”.
Non è andata proprio come gli aveva augurato.
“Alla fine meglio così (ride, ndr), no mi dispiace per Rolly perché ci teneva tantissimo a fare gol, ma l’ha fatto poi dopo, perciò è andata bene così”.
Nei suoi movimenti è sembrato più fluido, forse l’emozione più che frenarla l’ha aiutata?
“Mi ha aiutato sì, dopo il gol ho passato dieci minuti che non capivo più nulla. Per il resto ero tranquillo e poi i miei compagni mi aiutano sempre. Sto bene fisicamente e penso di averlo dimostrato”.
All’inizio del secondo tempo si è disperato mettendosi le mani in testa per non essere riuscito a chiudere la partita siglando una doppietta.
“Sì, anche ripensandoci quella era un’occasione ghiotta per chiudere la partita prima”.
Comunque ha poi fatto l’assist per Brighi e prima nell’episodio del rigore la palla per Bianchi proveniva dai suoi piedi.
“A parte l’assist sono contento per Matteo e per Rolly che abbiano fatto gol, adesso, come dicevo, dobbiamo continuare così e lavorare perché di strada da percorrere ce n’è ancora”.