Rampanti: "L'inizio scoppiettante ha portato male"
Si gode il successo della mostra sulla storia del Torino presentata a Villa Gualino, che si è conclusa domenica con lo spettacolo di Sabrina Gonzatto. L'evento è stato patrocinato dall'Associazione Ex Calciatori granata, cui Serino Rampanti ne è il presidente. TorinoGranata ha sentito il parere dell'ex giocatore e tecnico delle giovanili, soprattutto dopo le parole di Cairo che si è detto pronto a lasciare se arriva qualche altro imprenditore. Rampanti l'anno scorso, proprio alla nostra testata, aveva detto che stava lavorando per trovare una soluzione. Rampanti al momento ha mollato il discorso (probabilmente per mancanza di interlocutori): "Questo sarebbe il momento giusto, ma ho preferito occuparmi della mostra che così tanto successo ha ottenuto. Queste iniziative sono un modo per tenere vivo il nome del Torino. No, non mi sono più occupato di trovare soluzioni per il Torino, ma è possibile che ci stia lavorando qualcun altro".
Rampanti aggiunge: "Mai come in questo momento Cairo ha bisogno di aiuto e supporto. Il Toro è una nave che non riesce a tenere il timone fermo. Il presidente è ancora da troppo poco tempo nel calcio, per questo fa ancora sbagli".
Ormai sono quasi cinque anni che ha preso la società granata, qualcosa dovrebbe aver imparato. "Il calcio non è così semplice, anzi è molto complicato. Io sono in questo ambiente da cinquant'anni e ancora non ho capito tutto. Cairo rimane un novizio. Ci vuole tantissima esperienza, furbizia, astuzia e anche fortuna".
Della Valle però a Firenze, in una piazza altrettanto difficile, ci ha messo meno tempo a creare una squadra solida: "Della Valle ha incontrato la gente giusta che ha dato stabilità soprattutto nelle decisioni. Perchè dico decisioni? Io ho imparato tanto dall'avvocato Cozzolino (grande stratega del settore giovanile granata nei tempi fulgidi del Filadelfia, ndr). Lui era un decisionista. Se un giocatore non andava non aveva remore a mandarlo via".
Foschi è comunque una garanzia: "Senza dubbio, ha esperienza e ovunque è andato ha operato bene. Bisogna solo vedere come riesce a lavorare in una piazza non facile come Torino".
Parlando della squadra, quali sono i problemi? "Sembra un paradosso, ma i guai sono nati proprio nel momento in cui la squadra girava al meglio. Le prime partite vinte per 3-0 hanno fatto andare nel pallone i giocatori. La situazione non è stata retta bene. La squadra nel suo insieme è molto valida, davanti ha un attacco di tutto rispetto, il migliore della B. Credo possa ancora fare bene.Tornando a monte nel momento migliore la squadra non ha avuto il giusto raziocismo. Voleva chiudere subito le partite e questo ha portato a sbagliare, gli è mancato un certo equilibrio, quella calma che Colantuono non ha mai dato. Anche lui si è fatto trascinare da questa mancanza di raziocismo. Poi è troppo nervoso in campo, ai giocatori non sempre fa bene vedere un allenatore che va avanti ed indietro come una furia dalla panchina".
Dunque Beretta pensa sia il mister giusto? "Questo non lo so, non lo conosco, devo vederlo all'opera. Colantuono invece lo conosco bene perchè l'ho allenato da giocatore".
Colantuono com'era da giocatore?: "Già nervoso come da allenatore, è fatto così. Era un buon difensore, dall'ottimo fisico. L'ho avuto al Pisa in A, poi siamo retrocessi. Io allenavo i toscani in tandem con Guerini. Venimmo a Torino a giocare contro i granata una coppa dell'epoca, quando in panchina c'era Radice, al suo ritorno".
Cosa pensa della contestazione dei tifosi? "Io sono contrario alla violenza, prò mi sembra che la contestazione sia stata civile. E' giusto che la gente possa manifestare il proprio dissenso, aiuta a migliorare chi si esibisce. Io ne ho viste di contestazioni, successe anche a Pianelli che addirittura pianse. Fu cacciato Sergio Rossi, ora è successo anche a Cairo subire il dissenso".