Quale centrocampo il Torino può contrapporre all’Inter?
Il vero problema del Torino è il centrocampo, non è una novità di questa stagione perché anche nelle scorse è sempre mancato in mediana il giocatore-faro che illuminasse la manovra, che dettasse i tempi, che facesse sì che ci fossero le giuste distanze fra i reparti e soprattutto che permettesse alla squadra di muoversi all’unisono sia in fase offensiva sia in fase difensiva. In estate erano arrivati giovani di belle speranze che via via si sono persi o non sono maturati tanto quanto si poteva ipotizzare. Sia chiaro, non è tutta colpa dei vari Peres, Benassi, Acquah, Baselli, Obi, Zappacosta, Silva e Prcic, quest’ultimo mandato al Perugia a gennaio. I giovani da soli non possono fare il salto di qualità hanno bisogno di essere ben guidati e di trovarsi in un contesto favorevole e non ci sono dubbi che per loro così non è stato in questa stagione e per alcuni anche nella precedente. A gennaio il presidente Cairo aveva detto che serviva rinforzare la squadra con un attaccante ed è arrivato Immobile a fronte della partenza di Quagliarella e di un centrocampista, ma il secondo non è stato preso eppure serviva. C’è ben poco da dire le responsabilità sono chiare e il presidente deve assumersele in toto, al più c’è un concorso di colpa da parte del direttore sportivo, però, se non è fornito il budget Petrachi ha ben poco da fare chiuso fra l’incudine e il martello del patron e dell’allenatore.
Adesso il Torino deve portare a termine la stagione evitando di finire risucchiato nelle sabbie mobili della lotta per la salvezza. Il primo degli otto avversari è l’Inter, squadra difficile da affrontare perché è in salute e vogliosa di provare a conquistare il terzo posto, impresa molto difficile, ma non impossibile, almeno fino a quando l’aritmetica dirà che non ci sono più speranze. Ed ecco che si torna prepotentemente al discorso iniziale: quale centrocampo contrapporre alla squadra di Mancini? Baselli è passato dall’essere titolare a scaldare la panchina con solo qualche incursione in campo nei finali delle partite. Benassi e Acquah alternano buone giocate ad altre scadenti. Obi ha passato molto tempo in infermeria. Peres convince in fase offensiva e non in quella difensiva. Zappacosta è poco visto dall’allenatore, la prova lampante sono le sole dieci presenze da titolare e le dodici da subentrante. Silva in due stagioni, compresa l’attuale non ancora terminata, ha collezionato in campionato tredici presenze per un totale di 898 minuti. Gazzi ha vissuto periodi travagliati a causa d’infortuni vari. Alevar peggio di Gazzi, la sua odissea è iniziata con un intervento di meniscectomia mediale selettiva al ginocchio sinistro il quattordici settembre e proseguito con la ricostruzione del legamento crociato anteriore sempre del ginocchio sinistro il ventidue febbraio, indisponibile quindi per questo finale di campionato. Farnerud guarito dalla seconda rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio sinistro praticamente non ha più trovato spazio. Molinaro ha tirato la carretta a lungo e sembra in debito di benzina non per nulla Ventura nel derby ha preferito mandare sulla fascia sinistra Silva. E poi c’è Vives, l’highlander con le sue trentacinque primavere.
Partendo dal presupposto che è da escludere, salvo clamorosi colpi di scena, che Ventura cambi modulo il Torino domenica sera a San Siro sarà schierato con il solito 3-5-2. Tenuto conto che saranno assenti per squalifica Glik e per infortunio Immobile e che i granata dovranno cercare di conquistare punti ed evitare di subire una disfatta, in mediana dovrà essere trovata la soluzione migliore per dare copertura alla difesa e supporto e spinta all’attacco. A mister Ventura spetta dare l’equilibrio alla squadra, ma una soluzione potrebbe essere affidare le fasce a Peres e Zappacosta in modo che spingano e riforniscano di cross Maxi Lopez e Belotti, tenere Vives davanti alla difesa e Gazzi a recuperare palloni per smistarli subito al compagno meglio piazzato, e affidare la regia del gioco a Baselli, dargli fiducia e responsabilizzarlo potrebbe essere la miglior medicina per lui che a inizio stagione non era né titubante né privo d’idee e segnava pure. A partita in corso Benassi, Acquah, Farnerud, Obi, Molinaro e Silva possono tornare utili a seconda se servirà un giocatore più espero, uno più muscolare o semplicemente uno che abbia fiato da spendere in campo.