Poker all'Ascoli, è il primo passo

Netta vittoria degli uomini di Lerda, sfoderano al Del Duca una prestazione caratterialmente convincente. Doppietta del capitano. Rubinho para un rigore e Antenucci non manca l'appuntamento con il gol dell'ex. Esordio del Primavera Miello.
26.03.2011 21:48 di  Elena Rossin   vedi letture
Poker all'Ascoli, è il primo passo
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© foto di Federico De Luca

Vittoria in trasferta per il Toro che torna a casa dalle Marche con un quattro a zero netto, senza ombre. Che sia stato il benefico influsso del derby delle Vecchie Glorie; che sia stato lo shock per le repentine rivoluzioni in panchina, Lerda-Papadopulo-Lerda; che sia stato per la tracimante voglia di Lerda, riuscito a trasfondere nei giocatori che fare bene era nelle corde di questa squadra; che sia stato per il fattore C; o che sia stato per qualunque altro motivo: non importa. I tifosi, i giocatori, Lerda e i dirigenti, insomma, tutto il mondo granata si crogioli in questa vittoria e in questo quattro a zero fino alla fine del posticipo di domani sera fra Reggina e Livorno, poi massima concentrazione sulla prossima gara contro il Grosseto in programma per venerdì primo aprile alle venti e quarantacinque.

In quel di Ascoli il Toro scende in campo determinato, le assenze condizionano le scelte del mister che manda in campo fra i pali Rubinho, in difesa Rivalta, Di Cesare, Ogbonna e Zavagno, a centrocampo D’Ambrosio, De Feudis, Budel e Gasbarroni e in attacco Antenucci e Bianchi. Subito i granata si affacciano nell’area dei padroni di casa e dopo sette minuti il capitano di testa infila la palla nell’angolino basso alla destra del portiere, raccogliendo un invitane traversone di Zavagno. Le due squadre sono nervose e le scintille in campo non mancano, prova ne è che il tecnico dell’Ascoli, Castori, si fa espellere dopo una ventina di minuti. I granata palesano qualche difficoltà in difesa e Rubinho in un paio di occasioni esce provvidenzialmente. Anche a centrocampo c’è qualche sbavatura in fase di interdizione con i giocatori del Torino un po’ lontani dai possessori di palla. Ma nel complesso la manovra c’è. Bianchi e Antenucci riescono a tratti a dialogare, anche se l’ex ascolano fatica nel primo tempo, ma esce alla distanza fino a firmare il gol del quattro a zero. Gasbarroni è mobile, porta palla e quando occorre ripiega in difesa per dare una mano. Budel, più efficace nelle fasi in cui il ritmo della gara cala, ha il merito di calciare la punizione che poi Faisca devia nella sua porta. De Feudis si sbatte al centro del campo per spezzare le trame avversarie. D’Ambrosio, schierato esterno per necessità, è quello che fatica maggiormente ed è sfortunato nella ripresa quando tocca con il braccio il pallone e l’arbitro decreta il rigore per i padroni di casa. Rigore calciato da Giorgi e parato da Rubinho, che esalta così ancor di più la sua prestazione sempre attenta. L’Ascoli si fa sorprendere dall’avvio del Torino, forse si aspettava una squadra senza la forza di voler impostare la partita, ma dopo essere andato sotto di un gol cerca di reagire, senza essere incisivo nell’ultimo passaggio. Sul finire del primo tempo il Torino mette al sicuro il risultato, sempre grazie alla premiata ditta Zavagno-Bianchi: l’uno crossa e l’altro di testa nuovamente insacca. L’Ascoli non si dà per vinto e caparbiamente cerca di riaprire la partita, ma i granata sono attenti, si chiudono nella propria metà campo pronti però a ripartire e a colpire l’avversario affondandolo sempre più. Al Torino per una volta gira tutto nel verso giusto e l’Ascoli non può farci nulla.

Oltre al risultato, corredato anche da un prestazione che non si vedeva da tempo, il Torino ha motivo di essere felice per la prova caratteriale dimostrata e per troppo tempo solo invocata. Altro motivo di soddisfazione l’esordio del Primavera Miello, entrato al trentaquattresimo della ripresa al posto di De Feudis. Ascoli deve essere il punto di partenza: già venerdì sera nell’anticipo della trentaquattresima giornata il Toro dovrà, all’Olimpico contro il Grosseto, continuare su questa strada, senza calcoli e senza guardare la classifica, scendere in campo, fare la partita e continuare così fino all’ultimo minuto dell’ultima gara di questo campionato e poi a quel punto si vedr……….A’.