Petagna-Toro, Parte Seconda: tre motivi per il sì (e due per il no)

07.06.2021 10:34 di  Claudio Colla   vedi letture
Petagna-Toro, Parte Seconda: tre motivi per il sì (e due per il no)
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Corteggiato a lungo già nell'estate del 2019, forse già come preludio al futuro avvento di Davide Vagnati al vertice dei quadri dirigenziali di casa Toro, Andrea Petagna, alla prima stagione in maglia Napoli, è riuscito a rivelarsi prezioso, seppur in assenza di uno score sui livelli della sua esperienza biennale alla SPAL. Un campionato fatto per lo più di scampoli di gara - per quanto, tra dicembre e gennaio, la rotazione impostata da Gattuso, anche causa numerosi infortuni, lo abbia portato a giocarsene un po' da titolare, segnando, in definitiva, quattro reti (più una in Coppa Italia), e servendo assist e sponde importanti.

Un milione e 800 mila euro a stagione, la punta di scuola Milan andrebbe a riempire lo slot che Belotti, probabilmente, lascerà libero. Ventisei anni da compiere il prossimo 30 giugno, il Toro, per Petagna, sembra tornare a essere una possibilità; dal canto suo, il succitato Gattuso non sembra interessato a portarlo con sé alla Fiorentina, altro club che lo aveva seguito a lungo prima che su di lui piombassero i partenopei. Queste le tre ragioni essenziali per cui l'ex-Atalanta potrebbe accettare la corte del Toro:

1) Il minutaggio. Poco da dire sull'argomento: a Napoli ci sono Osimhen e Mertens, e Petagna, lungo la prossima stagione, si dovrà probabilmente accontentare di una posizione analogamente subalterna, rispetto a quanto accaduto lungo lo scorso campionato. Gli slot nella nazionale maggiore, peraltro, si guadagnano innanzitutto giocando con continuità.

2) Il modulo. Sotto l'ala di Juric, la punta lombarda potrebbe tornare a quel 3-5-2 che, quanto meno nella SPAL di Leonardo Semplici, gli calzava a pennello. Magari senza metterlo nella condizione di siglare le proverbiali valanghe di goal, ma consentendogli di esprimersi al servizio della squadra, dosando appropriatamente le energie. 

3) L'occasione di leadership. Vestire i panni indossati negli ultimi sei anni da Andrea Belotti sarebbe una responsabilità enorme, a partire dal rapporto che si verrà a creare con la tifoseria, Sposare la causa del Toro in questo frangente, ove appunto Il Gallo facesse le valigie, significherebbe altresì potersi costruire un percorso da vero e proprio leader. Nell'ottica di riportare la squadra come minimo nella parte sinistra della classifica, e di tentare una strada differente per affermarsi come protagonista della scena nostrana.

D'altro canto, giocarsi l'Europa League da possibile protagonista, al centro dell'attacco azzurro, è una tentazione ghiotta, specie pensando a un Napoli che, guidato da Spalletti, può librarsi su un piano in cui giocarsi davvero la vittoria finale del trofeo. Inoltre, non si può certo dire che il gioco di Juric agevoli gli attaccanti nell'accumulare reti segnate a valanga; sarebbe tuttavia capzioso, al di là del retrogusto che leggere le cifre di casa Hellas degli ultimi due anni può suscitare, assumere tale elemento numerico a paradigma necessariamente valido per il prosieguo.