Per il Torino la tappa del consolidamento: cinque step per riuscirci
Il Torino forte dell’essere al settimo posto in classifica e dall’aver conquistato in sette giornate undici punti, tre soli in meno del Napoli che è secondo, ha la possibilità di stabilirsi nella zona medio-alta della graduatoria, quella che permette di lottare con le altre squadre che vogliono ottenere un posto per le coppe internazionali della prossima stagione. Posizionarsi in zona Europa League è possibile a patto che la squadra granata continui a sfoderare prestazioni come quelle con Roma e Fiorentina e al contempo elimini le distrazioni che hanno portato a subire gol evitabili.
Le prossime cinque partite, prima della nuova sosta del campionato per gli impegni della Nazionale, sono step importanti per testare fino in fondo il Torino. Palermo, Lazio, Inter, Udinese e Cagliari gli avversari da affrontare in venticinque giorni, oggi pomeriggio inizierà la preparazione della gara con i siciliani e sabato cinque novembre ci sarà il match con i sardi, una sorta di tappa che dirà se i granata hanno avuto la capacità di andare avanti. “Adesso non possiamo più tornare indietro – aveva detto Mihajlovic al termine della partita con la Viola - perché avendo fatto buone prestazioni in casa e vinto meritatamente contro Roma e Fiorentina non possiamo più giocare fuori casa e fare un passo indietro come i gamberi, che ne fanno uno avanti e due indietro. La prossima partita sarà con il Palermo, con tutto il rispetto perché sta facendo bene, ma penso che sia inferiore a Fiorentina e Roma e quindi dovremo avere la stessa voglia, fame e le stesse motivazioni che abbiamo avuto con viola e giallorossi”. E subito il mister aveva anche posto l’attenzione su ciò che c’era da migliorare: “Bisogna far crescere la nostra pericolosità perché creiamo e tiriamo, ma spesso non siamo precisi e in più dobbiamo limitare le distrazioni”.
Mihajlovic troverà un Belotti ancor più galvanizzato dopo aver realizzato il primo gol in Nazionale. Un Hart sempre più calato nella realtà granata. Un Ljajic voglioso di recuperare lo status di miglior giocatore dopo il forzoso stop dovuto all’infortunio. Uno Iago Falque lanciato dai quattro gol segnati e dai due assist a tornare a essere quello visto con il Genoa. Un Maxi Lopez dimagrito e vicino a una forma smagliante. Un Castan che dopo il lungo periodo nero, a causa dell’intervento subito per rimuovere il cavernoma, partita dopo partita assomiglia sempre di più a quello che nella Roma in coppia con Benatia era stato definito fra i migliori difensori centrali in azione in Italia. Un Benassi che fa la spola fra l’Under 21 di cui è il capitano e la nuova avventura con la Nazionale maggiore. Un Barreca che sfrutta sempre più e meglio l’essere diventato titolare grazie anche agli infortuni di Avelar e Molinaro. Un Boyé in crescita costante che non ha sfigurato, anzi, quando ha sostituito Ljajic. Uno Zappacosta che ha l’occasione di dimostrare che non è da meno rispetto ad altri compagni di reparto. L’infermeria poco alla volta si sta svuotando, Ajeti è fuori dal tunnel, Obi quasi, Vives ha superato la colica renale e si è messo alle spalle le due giornate di squalifica, mentre per Molinaro ci vorrà ancora del tempo così come per Avelar. E poi ci sono tutti gli altri giocatori dai quali ci si aspetta di più a iniziare da Valdifiori e Baselli, ma anche De Silvestri, Rossetti, Acquah e Martinez. Mentre per quel che riguarda Bovo, Moretti, Vives e Padelli sono sempre pronti a dare il loro contributo qualora servisse e i più giovani Aramu, Lukic e Gustafson scalpitano per essere all’altezza in allenamento e di conseguenza per trovare spazio durante le partite.
Ci sono le premesse per il Torino di passare dall’auspicato consolidamento a una solidità ed equilibrio maggiore di gioco a tutto vantaggio del dare continuità ai risultati positivi e dell’assestarsi in zona Europa League, ora la “parola” passa ai cinque test con Palermo, Lazio, Inter, Udinese e Cagliari.