Pagellone Torino, la dirigenza come sempre ha fatto un mercato tardivo e non ha completato la rosa. VOTO: 5

10.06.2024 11:45 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Vagnati e Cairo
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Vagnati e Cairo
© foto di Federico De Luca 2023 @fdlcom

E pensare che Cairo e Vagnati l’estate scorsa non avevano venduto nessun giocatore importante, anche se tutti sanno che a fine agosto, con il campionato già iniziato, solo per la volontà di restare di Buongiorno, al quale era stato rinnovato il contratto fino al 2028 il 12 luglio, il difensore non è stato ceduto all’Atalanta. E Bellanova era stato preso il primo luglio. Da annoverarsi fra le cose ben fatte anche l’aver preso Tameze ascoltando l’indicazione di Juric.  Tre mosse positive che però furono vanificate dall’aver preso Zapata, di per sé una mossa assolutamente azzeccata,  solo l’ultimo giorno di mercato costringendo così l’allenatore a rivoluzionare in buona parte il suo gioco e passare da una a due punte mentre doveva preparare le partite e infatti il Torino a inizio campionato ha avuto problemi proprio a livello del gioco. Come se non bastasse anche sulla trequarti Vlasic fu fatto tornare solo a ritiro ampiamente finito, l’8 agosto, e non fu preso un altro fantasista titolare, non era stato riscattato Miranchuk, con la conseguenza che per tutta la stagione la squadra ha avuto problemi nell’effettuare l’ultimo passaggio, cosa che si è ripercossa sulla capacità di segnare. E la fascia sinistra non fu dotata di un giocatore che sapesse fare entrambe le fasi, difensiva e offensiva, e rifornire di cross gli attaccanti. Senza contare che la panchina non disponeva di elementi che potessero essere un’alternativa valida e anche da questo punto di vista la scorsa estate non fu fatto nulla per sopperire. Furono almeno ceduti giocatori che non rientravano nei piani tecnici Izzo, Warming, Verdi e Berisha. Però la gestione di alcuni giovani non è andata nelle direzione di favorirne la crescita, su tutte il trattenere a fare il secondo di Vanja il portiere Gemello, che aveva bisogno di giocare con continuità e puntualmente poi quando ha dovuto essere utilizzato ha commesso errori che sono costati cari a lui e alla squadra in termini di punti. Anche la scelta di puntare su giocatori che altrove non avevano convinto o troppo scommessa, come già era accaduto in passato, non si è rivelata giusta: Popa e Soppy.

A gennaio poi con la squadra che aveva ampiamente palesato difficoltà a segnare fu preso il giovane Kabic decisamente non pronto per la Serie A tanto che Juric non lo ha mai fatto giocare e persino l’allenatore della Primavera Scurto lo ha utilizzato una sola volta. E anche Okereke non si è rivelato così utile allo scopo di potenziare l’attacco, come Lovato per quel che riguardava la difesa. In difesa Juric infatti tante volte ha preferito utilizzare Tameze facendolo giocare fuori ruolo e qualche volta Vojvoda. L’unica mossa che si è rivelata davvero positiva, fatta per volontà di Vagnati, è stato prendere Masina per sopperire agli infortuni che avevano colpito la difesa. Per fortuna chi ha reso meno delle aspettative è giunto con la formula del prestito e quindi non rimarrà in organico. Almeno anche nel mercato invernale chi non rientrava più nei piani tecnici è stato ceduto Radonjic, Karamoh, Seck e Zima, ma il problema che è accaduto solo in prestito e torneranno quasi tutti alla base, solo Zima è andato via a titolo definitivo. In linea con i mercati tardivi anche a gennaio i potenziali rinforzi sono arrivati all’ultimo facendo perdere un altro mese all’allenatore che aveva invece bisogno di innesti subito per sopperire alle difficoltà.

Non aver fissato fin da subito un obiettivo stagionale rendendolo noto pubblicamente, lo ha fatto poi solo Juric in primavera, è stato da una parte una sorta di alibi e dall’altra una mancanza di comprovata ambizione. Nei momenti di difficoltà l’allenatore non è stato adeguatamente supportato, cosa già accaduta in passato, e non c’è da stupirsi se Juric non ha voluto rinnovare il contratto.
Va detto a onor del vero che il direttore tecnico Vagnati e il suo staff non sono stati messi nella migliore condizione per lavorare in quanto non avendo un budget sufficiente e neppure un numero adeguato di osservatori a libro paga sono stati costretti diverse volte ad arrangiarsi e a ripiegare su profili di minor qualità.    

Alla fine se il Torino non ha raggiunto per poco la qualificazione agli spareggi di Conference League è anche responsabilità della dirigenza che invece si è fatta scudo con l’allenatore e con i giocatori che hanno reso meno delle aspettative. Una storia che si ripete da tempo. Nel complesso la dirigenza merita 5 come VOTO per questa stagione.