Oltre alla spina dorsale anche gli altri giocatori devono dare il contributo affinché il Torino sia vera squadra
Sirigu, Nkoulou, Belotti e anche Rincon sono la spina dorsale, l’asse portante di questo Torino come dice mister Mazzarri e occupano la linea verticale della parte centrale del campo, ma in tutta franchezza non bastano questi quattro giocatori per far sì che il Torino sfoderi prestazioni di livello che portino alla vittoria. Ovviamente sono giocatori fondamentali, soprattutto se tutti e quattro girano a pieno regime, però, gli altri sette devono contribuire facendo altrettanto bene altrimenti vanificano anche il lavoro di chi per qualità tecniche e personalità il suo lo fa al massimo delle proprie capacità.
L’andamento altalenante del Torino e in particolare la cadute con squadre medio-piccole dimostrano che non basta quanto facciano Sirigu, Nkoulou, Belotti e anche Rincon, infatti, il più delle volte le sconfitte sono arrivate con loro in campo, e non solo in questo campionato, e con loro prestazioni buone perché sono stai gli altri sette, o parte di loro, a non fare abbastanza. Questo è il punto dolente che sta impedendo al Torino di fare il famoso salto di qualità. E’ facile “esaltarsi” quando si affrontano squadre blasonate, ma se poi con le medio-piccole ci si siede nella convinzione che tanto si è più forti e di conseguenza arriverà l’occasione per ottenere i tre punti allora ci si è già posti nella condizione di non ottenerli.
Il Torino dopo la vittoria sulla Roma in campionato questa sera deve superare il turno di Coppa Italia eliminando il Genoa e poi ci sarà di nuovo il campionato con due partite alla portata come Bologna e Sassuolo. Nel complesso l’occasione è ghiotta perché la Coppa Italia, se vinta, è una strada che porta alla fase a gironi dell’Europa League così come il piazzarsi in campionato al quinto posto, ma c’è anche la strada più tortuosa dei preliminari nel caso il piazzamento finale fosse il sesto o eventualmente il settimo, questo legato a chi vincerà la Coppa Italia e se si sarà anche piazzato per la fase a gironi della Champions o dell’Europa League. Chi pensasse che la Coppa Italia può essere abbastanza facile agli ottavi o anche ai quarti e poi tanto arrivano i top club della serie A e arrivare in finale e soprattutto vincerla è impresa oltremodo ardua si sbaglia. Basta pensare che nella scorsa edizione ai quarti furono eliminate Napoli, Inter, Roma e Juventus e rimasero Milan, Lazio, Fiorentina e Atalanta e che la finale tra Atalanta e Lazio fu vinta dai biancocelesti che in campionato si piazzarono alle spalle del Torino. Certo la finale fu caratterizzata dal famoso episodio del tocco di mano di Bastos in area nel primo tempo non visto neppure dai varisti e che sullo zero a zero avrebbe comportato un rigore per i bergamaschi, però, intanto la Lazio approdò alla fase a gironi dell’Europa League arrivando ottava in campionato e con quattro punti in meno del Torino che andò ai preliminari solo per le note vicende che esclusero il Milan, ma se i rossoneri non avessero avuto problemi finanziari non sarebbe bastato ai granata fare un girone di ritorno di alto livello.
E, come si diceva, l’altra strada è il campionato e il Torino pur con le ignobili sconfitte con Lecce, Sampdoria, Udinese e Spal e la rimonta subita dal Verona, tanto per citare gli esempi più clamorosi di punti lasciati colpevolmente per strada, si trova in scia a chi lotta per un posto in Europa League, ma per avanzare serve fare punti prima di tutto con Bologna e Sassuolo. Sirigu, Nkoulou, Belotti e anche Rincon non possono fare tutto loro serve, appunto, il contributo degli altri sette compagni e anche quello dei tre che subentrano.