Per il Torino passare da brocco a fenomeno per assestarsi a mediocre è un attimo

W il Toro che ha battuto il Napoli, bene ci voleva ed è giusto e bello gioire però c’è già chi parla di Europa. Un po’ di equilibrio e raziocinio nei giudizi non guasterebbe. Fino a venerdì in ben pochi pensavano che sabato il Torino avrebbe potuto fare risultato, figuriamoci poi vincere. E anzi classifica alla mano, prestazioni e risultati (16esimo posto, 5 punti dopo sei gare, la peggior difesa della Serie A con 13 reti subite, un attacco abbastanza asfittico con soli 5 gol segnati con ben tre dei quali alla Lazio) facevano dire che la squadra granata era in grande difficoltà, pur tenendo conto del calendario anche perché le sconfitte ci stanno però dipende da come avvengono e dalla prestazione. Poi sabato la vittoria sul Napoli, capolista, e tutto è cambiato. L’euforismo post partita è accettabile, ma poi appunto serve equilibrio per non incorrere in delusioni e depressione.
Con un minimo di oggettività va detto che il Napoli aveva tanti giocatori anche titolari infortunati e non ha giocato una grande partita, esattamente come fece la Roma poco più di un mese fa, giusto per parlare delle uniche due vittorie fin qui ottenute escludendo la Coppa Italia. E tutti sanno che poi nella gara successiva a quella con i giallorossi, quella con l’Atalanta, il Torino subì tre gol in otto minuti e fu incapace di reagire a partire dalla prima rete incassata. Adesso la squadra di Baroni ha 8 punti ed è 14esima, continua ad essere quella che ha subito più gol di tutte le altre e non segna più di tanto con una media di meno di un gol a partita. Inoltre fa parte con Cagliari e Lazio, in attesa di sapere cosa farà questa sera l’Udinese con la Cremonese, di un gruppetto di squadre che sono fra chi lotta per la salvezza e chi sta tranquillo senza patemi e senza obiettivi nella confort zone di metà classifica.
Senza dubbio il calendario ora farà affrontare al Torino partite più alla portata e nelle quali dovrà dimostrare continuità nel risollevarsi e ottenere punti. Nell’ordine Genoa, Bologna, Pisa e Juventus prima della prossima sosta e poi Como, Lecce e Milan prima del finale del girone d’andata con Cremonese, Sassuolo, Cagliari, Verona e Udinese. Ragionando per gradi e quindi limitando il discorso al blocco di gare prima della prossima sosta, se effettivamente i granata hanno intrapreso la strada giusta dovrebbero conquistare almeno 7 punti e poi dare l’anima per provare a battere la Juventus. Solo 1 derby vinto (26 aprile 2015) negli ultimi 20 anni su 32 giocati, due in Coppa Italia, 7 pareggi e ben 24 sconfitte (due in coppa), 16 gol fatti (zero in coppa) e 57 subiti (sei in coppa): numeri che fanno inorridire.
Il Torino era un brocco prima della vittoria sul Napoli? Forse no, ma le difficoltà erano indubbie e lo testimoniano anche in un breve lasso di tempo, tre mesi comprendendo il ritiro estivo, i tanti cambi di modulo dal 4-2-3-1 ai successivi 4-3-3 e 3-4-3 con varianti per arrivare al 3-4-1-2 e che le quasi sempre differenti formazioni iniziali. Dopo una vittoria oggi è una squadra competitiva? Oggettivamente no, se non lo dimostra dalla prossima partita in poi sul campo. Nelle ultime 4 stagioni il Torino si è assestato a metà classifica in quel piatto grigiore di non riuscire a trasformare le speranze, che per lo più svanivano già in primavera, in obiettivi raggiunti se non le tranquille salvezze. Un limbo di mediocrità dovuto al vendere i calciatori migliori e sostituirli con altri scommessa. Il Torino per la sua storia e i tifosi che ha merita molto di più.
Serve però essere obiettivi nei giudizi perché passare da brocchi a fenomeni per assestarsi a mediocri è un attimo.
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