Neri: "In forma con le normali regole di vita e allenandosi"

25.04.2011 14:30 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Tuttomercatoweb.com
Neri: "In forma con le normali regole di vita e allenandosi"
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© foto di Castellani / De Luca

Abbiamo intervistato in esclusiva Massimo Neri, preparatore atletico delle squadre di Fabio Capello, e da lui ci siamo fatti spiegare come un calciatore può mantenere al meglio la forma fisica nel finale di campionato. Monitorare quotidianamente il calciatore fa capire se è il caso di tirare il freno o di lasciare le briglie. Accelerare il recupero dopo un infortunio è un azzardo, ma se non è stato grave e di breve durata un recupero veloce è possibile, purché la percentuale di danni in caso di ricaduta sia bassa. In condizioni normali una settimana di allenamento differenziato incide poco sulla condizione domenicale. Lo stato mentale incide sulla preparazione atletica. Un calciatore per mantenersi atleticamente al top, nel finale di campionato, non deve stravolgere i principi e le regole basilari della vita e deve allenarsi.

Il finale di campionato è un momento molto delicato, come si mantengono in forma i calciatori in modo che rendano al cento per cento in campo?
“Bella domanda, prima di tutto bisogna avere sotto controllo tutto quello che è stato fatto nel corso della stagione. Avendo un monitoraggio quotidiano si ha la possibilità di capire meglio quale sia la condizione del calciatore e modulare l’intervento in base a quelli che sono i parametri di riferimento acquisiti negli allenamenti precedenti. Controllare quotidianamente il lavoro dei calciatori serve nella fase finale del campionato per capire se è il caso di tirare il freno o di lasciare le briglie”.

Può capitare che giocatori fondamentali per l’assetto della squadra, a causa di piccoli o medi infortuni, siano costretti a stare fermi per uno o due turni. Accelerare il recupero per giocare partite importanti al fine della classifica può essere un azzardo?
“Accelerare i recuperi può essere sempre un azzardo. Ci sono dei tempi fisiologici che devono essere rispettati, soprattutto in caso di infortuni muscolari, altrimenti il rischio di ricaduta è alto. Capisco che a volte si preferisca giocarsi la percentuale di rischio, sapendo di avere a disposizione un giocatore che può essere importante, però deve essere un rischio calcolato che deve derivare da un confronto di tutto lo staff medico, allenatore, preparatore e di tutti quei componenti che si occupano del recupero del calciatore”.

In quali casi si può azzardare il recupero?
“Nei casi in cui non ci sia stato un infortunio che abbia portato ad un tempo di inattività eccessivamente lungo, che l’infortunio non sia stato di una certa gravità e soprattutto che precluda la possibilità di eventuali grossi danni in caso di ricaduta. Deve essere sempre una decisione che scaturisce dall’opinione comune delle componenti dello staff e dal calciatore. Oggi giorno si è in grado di capire attraverso esami strumentali quale può essere il danno subito dall’atleta, quindi credo che ci si possa muovere in un ambito di sicurezza abbastanza valido”.

A seguito di infortuni molto lievi, che accadono durante la partita, il calciatore è costretto in settimana, per prepararsi alla gara successiva, ad allenarsi svolgendo un lavoro differenziato rispetto ai compagni. L’allenatore decide poi di convocarlo e farlo giocare titolare. Quanto l’allenamento differenziato può incidere sul rendimento durante la partita del giocatore?
“Gli ultimi allenamenti che precedono la partita hanno un peso specifico abbastanza basso. E’ molto più importante quello che viene fatto prima, infatti, quanto più alta è la base di preparazione a livello di forza, aerobico e resistenza che un’atleta ha quanto meno necessita poi di ulteriori allenamenti nei giorni che precedono la gara. Facciamo l’ipotesi che ci sia un’importante partita domenica prossima, che ci troviamo nella settimana che la precede e che un calciatore è costretto a svolgere lavoro differenziato, perché ha avuto determinati problemi e si intende salvaguardarlo e limitarlo, allora l’aver eseguito allenamenti differenziati ha un valore abbastanza basso e tanto meno la prestazione domenicale può risentirne. Il discorso cambia nel momento in cui il tempo di inattività o gli allenamenti differenziati proseguono per un periodo lungo, a questo punto può esserci una differenza notevole di condizione fra il calciatore e il resto della squadra. Ogni caso va preso a sé e soprattutto va valutato sempre in funzione di quello che è il passato che dipende dall’annata di quel calciatore”.

Quanto incide la condizione mentale sulla preparazione atletica?
“Come in tutte le cose che sia una prestazione sportiva che deve portare ad una performance agonistica di alto impegno o che sia un’altra attività che comporta stress ha un rilievo notevole la condizione mentale. Se la testa non c’è le gambe non girano, credo che sia fondamentale avere la mente sgombra per far muovere le gambe meglio, ma è pur vero il contrario. Si può anche stare molto bene di testa, ma se non si è supportati da un’adeguata condizione fisica e atletica la testa più di tanto non può fare. La locuzione latina “mens sana in corpore sano” (mente sana in un corpo sano, Giovenale “Satire” X – 356, ndr) è vera: l’unione del corpo e della mente fa si che si raggiungano risultati migliori a livello sportivo”.

Cosa deve e non deve fare un calciatore per mantenersi atleticamente al top nel finale di campionato?
“Non deve stravolgere i principi e le regole basilari della vita, quali una corretta alimentazione, una vita regolata e regolare quindi i ritmi veglia-sonno, dormendo un determinato numero di ore. Quelle che deve seguire sono le normali regole di vita: orari regolari dei pasti, alimentarsi bene, dormire il giusto numero di ore, affrontare gli impegni agonistici con serenità mentale e quindi avere meno problemi possibili dal punto di vista privato e personale che potrebbero incidere sulla testa e continuare ad allenarsi regolarmente e normalmente, secondo quelli che sono le indicazioni dell’allenatore, del preparatore e di tutti quelli che lo seguono”.