Moretti: “E’ bello e stimolante lavorare su nuovi concetti”
Il difensore del Torino Emiliano Moretti ha parlato in conferenza stampa della nuova stagione granata.
Chi sarà il nuovo capitano del Torino?
“(Ride, ndr) Ero sicuro che sarebbe stata la prima domanda che voi giornalisti mi avreste fatto. Sinceramente non ne abbiamo parlato, è un argomento che non è stato ancora affrontato. Realmente non abbiamo nulla da dire”.
Lei ha esperienza per essere il capitano, si sente una guida per i più giovani e per i nuovi?
“Una guida no, ma è chiaro che avendo una certa età e anche caratterialmente mi piace mettermi a disposizione degli altri per quello che posso fare e per quelle che sono le mie competenze. Cerco di dare una mano, però, niente di più di quello che fanno anche tanti altri in questo gruppo”.
Da difensore, come sta vivendo il passaggio della difesa da tre a quattro?
“Lo sto vivendo molto bene, soprattutto è molto stimolante perché penso che quando c’è un cambio netto e radicale sia molto bello per un giocatore poiché si ha la possibilità concreta d’imparare qualche cosa di nuovo, anche a trentacinque anni”.
Non si finisce mai d’imparare?
“Assolutamente, poi questo ognuno lo vede a modo suo”.
E’ sembrato che lei prendesse sotto la sua ala Ajeti, solo un’impressione?
“E’ in camera con me. E’ un bravissimo ragazzo e si sta impegnando moltissimo e si è inserito subito nel gruppo. Nel nostro gruppo bisogna inserirsi in questo modo: lavorando, c’è poco da fare”.
Sono tanti i cambiamenti rispetto all’anno scorso, quanto incide sul modo di allenarvi e di fare gruppo?
“Credo che rientri nella normalità delle cose, c’è stato un cambio di guida e, ovviamente, ogni guida ha le sue idee, i suoi metodi. Lo staff è diverso, in questo caso anche numericamente e la cosa che mi piace di più è che il gruppo dal punto di vista dell’impegno e della voglia in ogni allenamento sta dando il massimo. Questa è la base di partenza per lavorare con qualsiasi allenatore”.
Mihajlovic ha parlato come obiettivo stagionale dell’Europa League, per voi avere un traguardo subito prefissato da raggiungere è uno stimolo?
“Certamente, questo vuol dire che crede in noi ed è una cosa estremamente importante. Poi è ovvio che i traguardi non si raggiungono solamente con le parole, c’è da lavorare e c’è da apprendere tutti i concetti che il mister ci sta cercando di dare. Fin dai primi giorni alla Sisport abbiamo lavorato subito con la palla sui nuovi concetti, sono metodologie nuove per noi, quindi, come ho detto prima, è molto bello e molto stimolante”.
Che persona è Mihajlovic?
“Non lo conoscevo, confermo quello che di lui hanno detto i miei compagni: ogni giorno ci dice quello che pensa nel bene e nel male, fortunatamente per ora più nel bene”.
E’ molto diretto quindi?
“Sì, è molto diretto e di conseguenza è tutto molto semplice”.
Con Ventura commissario tecnico pensa di avere una seconda occasione per far parte della Nazionale?
“Non lo so, due anni fa ebbi non una seconda, ma una terza, quarta, quinta occasione (sorride, ndr). Sono arrivato in Nazionale talmente tardi che per me è stata una soddisfazione grandissima. Continuo a dire che forse è stata una delle cose che mi sono successe nel calcio che mi ha fatto vivere quell’esperienza godendomela tantissimo, nonostante il lavoro fosse abbastanza pesante perché mister Conte faceva lavorare molto. E’ stato veramente molto bello. Credo che sia stata una settima, ottava, nona occasione … (ride, ndr)”.
Durate gli allenamenti tutti gli aspetti sono molto curati, forse c’è un ulteriore occhio di riguardo per la fase offensiva?
“No, lo staff cura tantissimo ogni minimo dettaglio. Lavoriamo, rivediamo i filmati, ci correggiamo e questo avviene soprattutto in questa fase della preparazione che è molto importante. Rivedere quello che facciamo permette che si fissino dei punti da riportare il giorno successivo in allenamento, anche da un punto di vista tattico e non solo fisico è una parte dell’anno fondamentale questa del ritiro”.