Mihajlovic continua a chiedere un esterno d’attacco titolare e non solo

Il mister del Torino non vuole che siano ceduti Acquah e Boyé e spera che se andrà via Gustafson arrivi un sostituto, così come non gli dispiacerebbe un altro difensore centrale.
27.08.2017 13:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic continua a chiedere un esterno d’attacco titolare e non solo
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© foto di Federico Gaetano

Mancano quattro giorni alla chiusura del mercato e Sinisa Mihajlovic manda segnali chiari alla società. Ieri, nella conferenza stampa di presentazione della partita di oggi con il Sassuolo, il mister sollecitato dalle domande dei giornalisti presenti ha detto chiaro e tondo che cosa si aspetta negli ultimi giorni di mercato. “Sappiamo tutti che ci serve un esterno perché con il nostro modo di giocare ci vogliono quattro esterni e noi ne abbiamo solo tre, in più uno sta fuori (Boyé per infortunio, ndr). Si è visto anche a Bologna che non abbiamo avuto cambi. Stiamo cercando un attaccante, abbiamo qualche nome di qualcuno che vorremmo prendere. Vogliamo un titolare e non un giocatore qualsiasi, deve essere forte e avere caratteristiche precise”. Poi parlando anche delle altre zone del campo ha detto: “In mezzo vediamo, se andrà via Gustafson, forse, ne prenderemo un altro e in difesa anche in questo caso, forse, si potrà prenderne ancora uno. Adesso la cosa fondamentale è prendere un attaccante esterno, per gli altri è più facile”. E c’è stata anche la puntualizzazione su possibili cessioni sempre nel ruolo degli esterni d’attacco. “Boyé non andrà via altrimenti saremmo sempre in tre e non in quatto. Ci sono Falque, Berenguer e Boyé se ne arriva uno saremo in quattro, ma se ne mandiamo via uno torniamo ad essere in tre”. Ma anche centrocampo. “Acquah è un giocatore importante. Ho detto io alla società di non venderlo, oltretutto l’offerta arrivata non corrispondeva per la cifra a quella che è circolata, era inferiore. Acquah è importante per noi, con lui ho parlato ieri e gli faremo allungare il contratto, sta bene qui. Quando tornerà Baselli avrò quattro giocatori titolari a centrocampo e ho anche Valdifiori. Qualcuno giocherà di più e qualcuno meno, ma sono tutti affidabili. Mandare in campo uno o l’altro cambia poco, bisognerà solo vedere lo stato di forma di ognuno e capire che tipo di partita vorremo fare”.

Queste sono parole non di qualche tifoso, come pensano alcuni, sempre scontento o di qualche giornalista che non ha altro da fare che attaccare la società per farla passare come incompetente o taccagna sul mercato, ma sono i pensieri dell’allenatore del Torino. Se Mihajlovic chiede questi tipi di rinforzi, in particolare un esterno d’attacco, vorrà pur dire qualche cosa. Tra l’altro nell’ultimo periodo il mister è stato meno categorico sull’obiettivo stagionale, infatti, sullo sfondo c’è sempre l’Europa League, ma i toni sono meno diretti. “L’obiettivo è migliorare la classifica dell’anno scorso, siamo arrivati noni e quest’anno dovremo almeno arrivare settimi”. Anche in questo caso se uno come Mihajlovic non dice chiaro e tondo che si punta solo ed esclusivamente al sesto posto, che garantisce l’accesso all’Europa League senza dover sperare in esiti favorevoli dalla Coppa Italia, vuole dire che, forse, non è del tutto sicuro di avere una squadra competitiva per questo traguardo e, magari, ha il sospetto che altre possano essere un po’ più forti.

Mihajlovic è un ambizioso e dal primo momento del suo arrivo al Torino ha detto che voleva riportare il Torino in Europa, luogo che compete alla squadra granata per la sua storia. Potrà fare di tutto,ma ha assoluto bisogno che la società gli dia gli strumenti, leggasi giocatori, che servono per la sua concezione del gioco e per raggiungere l’obiettivo. Già nel mercato estivo scorso e tanto più in quello invernale non sono arrivati tutti i rinforzi necessari e così inevitabilmente la squadra, pur con uno strepitoso Belotti, non è riuscita ad arrivare oltre il nono posto a ben dieci lunghezze dal Milan, che arrivando sesto si aggiudicò l’ultimo posto utile per l’Europa League. Se anche questa sessione di mercato si chiuderà con una rosa incompleta sarà possibile per il Torino tornare a disputare le competizioni internazionali ? No, a meno di un’elevata serie di cause fortunate e fortunose: altre squadre che con organici superiori incappino in una stagione molto negativa oppure mancate licenze Uefa, come accadde nel 2014 quando il Torino prese il posto del Parma. Con le proprie forze il Toro deve andare in Europa e non sperando nelle disgrazie altrui, la società faccia qualcosa subito, prima che sia troppo tardi. Nelle casse del Torino, mal contati ci sono, trentadue milioni di euro e la cifra è più che sufficiente per prendere un esterno d’attacco titolare e un centrocampista e un difensore centrale che diano abbastanza garanzie, in termini di qualità e d’esperienza, per mettersi in competizione con chi già c’è in modo da garantire scelte valide e plurime a Mihajlovic.