Mihajlovic: “Con il Cagliari ho rivisto a tratti lo spirito Toro, vittoria voluta, meritata e importante”

30.10.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Mihajlovic: “Con il Cagliari ho rivisto a tratti lo spirito Toro, vittoria voluta, meritata e importante”
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© foto di Federico De Luca 2017

L’allenatore del Torino, Sinisa Mihajlovic, in conferenza stampa ha commentato la vittoria sul Cagliari. Ecco che cosa ha detto:

Con il Verona si era inceppato qualche cosa, con il Cagliari qualche cosa si è sbloccato, ma quanto oltre al risultato positivo?

“Prima di risponderle vorrei dire che quella con il Cagliari è stata una vittoria importantissima voluta e meritata. Ci servivano questi tre punti per uscire dal tunnel dei risultati e tornare ad essere in classifica dove dobbiamo stare perché siamo di nuovo settimi e in zona Europa League. Il gruppo ha dimostrato di essere unito e i ragazzi sono stati bravi dal punto di vista psicologico a recuperare lo svantaggio e vorrei ringraziare i tifosi che in quel momento ci sono stati molto vicini come sempre. Nel primo tempo siamo partiti un po’ così così visti anche gli ultimi risultati, poi, nel secondo tempo abbiamo creato sei-sette occasioni da gol e un possibile rigore e potevamo segnare più gol, ma non l’abbiamo fatto e così abbiamo sofferto. Sicuramente dobbiamo crescere e migliorare ed andare a incrementare quello che ho visto ieri sera rispetto a ciò che avevamo fatto dopo la partita con il Verona quando si era inceppato un po’ tutto. Con il Cagliari ho rivisto a tratti lo spirito Toro e sono contento per i ragazzi perché comunque hanno giocato con quella rabbia e quella voglia di portare a casa il risultato. Questo era fondamentale”.

L’immagine più bella e che le farà piacere è stato l’abbraccio collettivo dei suoi giocatori a fine partita. Che cosa significa la stima e l’affetto dei ragazzi che sono dalla sua parte?

“Non sono bravo a festeggiare e cerco di stare sempre in disparte. A fine partita ero entrato in campo per salutare (detto con ironia, ndr) l’arbitro e sono stati i giocatori a chiamarmi per festeggiare e li ringrazio. Sono stato contento soprattutto per i ragazzi perché so quanto avevano sofferto e quanto volevano la vittoria anche per me. Li ringrazio. Il gruppo è sempre stato unito e non c’è mai stato un problema fra me e i giocatori Sono una persona sincera, onesta e leale e dico sempre quello che penso e loro lo sanno. Mi posso anche arrabbiare e devo farlo, però, capiscono che lo faccio per il loro bene”.     

Quanto Ansaldi e Obi, che erano infortunati, sono mancati nell’ultimo periodo alla squadra visto che con il Cagliari sono stati determinanti?

“Gli infortuni fanno parte del calcio e a noi per un po’ di tempo ci sono mancati cinque-sei giocatori importanti ed è stato dimostrato anche con il Cagliari quanto possono esserci utili Ansaldi, Obi, Belotti e Acquah. Sono sicuro che avremmo fatto meglio con loro in campo o comunque avendoli a disposizione. E’ importante averli recuperati e tutti loro hanno giocato dopo soli due allenamenti con il resto del gruppo, ma tutti si sono resi disponibili e non si sono tirati indietro e anche chi era in campo ha stretto i denti perché Baselli non ce la faceva più, però è rimasto in campo e lo stesso ha fatto Ansaldi perché vi erano tanti giocatori che non avevano i novanta minuti nelle gambe e se fossi stato costretto a effettuare un cambio forzato non avrei potuto farlo se li avessi sostituiti. Così facendo hanno dimostrato quanto tengono al Torino, alla squadra e a vincere la partita e anche a me”.

Quanto ha contato il ritorno di Belotti anche se non è ancora al meglio?

“Mah, sicuramente tanto. Ha lottato e se fosse stato in forma avrebbe segnato due-tre gol per le occasioni che h avuto. E’ importante che sia tornato e che sta bene e starà sempre meglio. Per tutti noi, per la squadra e anche per gli avversari averlo è fondamentale”.

Rincon ha scontato la squalifica e tornerà con l’Inter, pensa che manterrà il 4-3-3 o tornerà al 4-2-3-1?

“No, giocheremo schierandoci a farfalla (ride, ndr), anzi è meglio con il 5-5-5 così con quattro uomini si può fare qualche cosina. Non lo so, vedremo. Come ho detto anche quando giocavamo con il 4-2-3-1 nessuno ci era stato superiore e non era un problema tecnico-tattico, ma dopo la partita con il Verona il problema è stato più di spirito, di atteggiamento, di rabbia, di voglia. Nelle ultime partite siamo stati troppo scolastici e pensavamo di essere più forti tecnicamente e invece … e non creavamo neppure tanto rispetto a quello che dovevamo e a quel punto vista la situazione giocando con squadre che sono un po’ inferiori a noi possiamo schierare anche Valdifiori che ci dà non tanto protezione, ma tempi di gioco. Anche se avessimo vinto le precedenti per questa partita avrei cambiato il modulo, era dieci giorni che lo pensavo. A Crotone avevamo dominato e creato occasioni, però, abbiamo pareggiato perché la manovra era troppo lenta poiché c mancava un giocatore che dettasse i tempi del gioco e che verticalizzasse. Così mi ero riproposto, quando avessimo giocato contro una squadra inferiore a noi, di mettere Valdifiori per avere maggiore qualità nel gioco e nel palleggio e per verticalizzare”.

La partita con l’Inter sarà decisiva per capire se c’è stata una vera ripartenza dal periodo nero? Che valore ha questa vittoria al di là della classifica?

“Senz’altro la vittoria con il Cagliari è stata importantissima, però, come ho detto, noi, io, i giocatori e anche la società abbiamo sempre creduto e mai perso la fiducia in noi stessi, nella squadra e in nessuno di noi. Sembrava che fossimo morti, ma adesso abbiamo sedici punti e siamo settimi in classifica all’undicesima giornata e per tre-quattro turni abbiamo avuto cinque-sei infortunati. Sicuramente la classifica sarebbe potuta essere migliore, però, tenuto conto di tutto e anche della sfortuna, seppur al primo tiro degli avversari subivamo gol, ci dovevamo mettere del nostro per ribaltare la situazione e con il Cagliari l’abbiamo fatto. C’è stato un altro spirito e dobbiamo continuare così sapendo che abbiamo le qualità per mettere in difficoltà qualsiasi squadra, ma dobbiamo avere quella rabbia e quello spirito che ci ha contraddistinto per tante partite. Dobbiamo migliorare e crescere anche da questo punto di vista, siamo sulla strada giusta e dobbiamo continuare così. Con l’Inter sarà una partita difficile, ma andremo a San Siro a giocarcela. Vedremo con chi e come e con quale modulo, ma, come ho detto, l’importante è avere lo spirito giusto. In questo momento sono più importanti i princìpi morali di quelli di gioco”.

Venti tiri del Torino a tre del Cagliari in porta, che cosa ha pensato?

“Se non prendiamo mai la porta … la prima regola è inquadrare lo specchio della porta, quindi … Venti tiri sono tanti e abbiamo segnato solo due gol e loro ne hanno fatti tre e un gol. Nella partita con la Roma i giallorossi hanno fatto un solo tiro in porta e segnato, il Crotone due tiri in porta e due gol. Come ho detto è un momento così, ma non possiamo sempre subire gol così e se succede ci sarà un motivo e bisogna cambiare soprattutto nello spirito e nella rabbia per non subire e per non sprecare le occasioni che creiamo. Anche con il Cagliari abbiamo avuto sei-sette-otto occasioni e anche un rigore possibile, dalle immagini che ho visto era un rigore netto, però … il Var per noi non esiste e se esiste è contro, anche questo è da tenere in conto”.

Ha detto che Valdifiori le serve in partite con squadre come il Cagliari …

“Con il Cagliari anche se non era la soluzione migliore perché loro si sono schierati con un trequartista e di conseguenza Valdifiori aveva poco spazio per giocare, però, comunque ha fatto la partita che doveva”.

Ok, ma in altre partite come potrà essere quella con l’Inter le serve un calciatore con caratteristiche differenti oppure utilizzarne altri che giocano in altre zone del campo, magari più sulle fasce che non al centro per ottenere quello che vuole?

“Mah, ogni partita fa storia a sé. Vedremo. Sicuramente nella partita con l’Inter il pallino del gioco potranno averlo loro … vedremo. Adesso godiamoci questa vittoria e in settimana penseremo a cosa fare contro l’Inter. Non voglio pensarci adesso lo farò da martedì, ne riparleremo sabato”.

Tornerà a dormire dopo l’insonnia delle ultime notti?

“Sì dormirò, finalmente riuscirò a dormire sena incubi, spero”.

Dopo la sconfitta con la Fiorentina ha vissuto il peggior momento da quando è al Torino,  il presidente Cairo commentando la vittoria sul Cagliari ha detto che lei non è mai stato in discussione e lei che eravate morti …

“Non ho mai detto che eravamo morti, ma che sembravamo morti per chi sta fuori non per chi è all’interno. Quando ho detto sembravamo morti pensavo a voi perché ci avevate in generale dati per morti, ma noi non ci siamo mai sentiti morti”.

Concludendo la domanda, dopo la partita con la Fiorentina ha avuto paura che l’avventura con il Torino si potesse concludere anzitempo?

“Secondo lei uno che ha vissuto due guerre può avere paura di essere mandati via?”.

No, ma il pensiero …

“Lei ha detto paura e io le rispondo che …”.

Se ha passato notti insonni …

“Ho passato notti insonni, ma non per la paura o perché avevo problemi se mi avessero mandato via bensì per capire quello che succedeva e che cosa si doveva fare per risolvere la situazione”

Cancello la parola paura …

“Io non mi fascio la testa prima di rompermela, ma cerco di capire che cosa non funziona, cosa si può fare per migliorare e che cosa posso fare analizzando tutto. Non mi è mai passata per la mente la paura e non dormivo perché pensavo che potevo essere mandato via e se anche fosse accaduto non avrei potuto fare nulla. E’ inutile che io mi preoccupi per cose sulle quali non posso decidere, mentre devo essere concentrato su ciò che posso fare, su quello che posso migliorare, su ciò che devo fare. Per questo ho passato notti insonni e non per latri motivi”.

Un uomo che ha fatto due guerre e che è da trent’anni nel calcio un arbitro bravo come Calvarese lo ha mai trovato? (domanda ironica, ndr)

“No, non voglio parlare dell’arbitro. Gli ho solo chiesto come mai aveva fischiato il fallo poiché c’era il vantaggio e lui mi ha detto di aver sbagliato e che non aveva visto. Quando uno dice di aver sbagliato e chiede scusa non gli si può più dire nulla. Pensavo che avesse fischiato per altri motivi, ma dopo la sua spiegazione e le scuse non c’è altro da dire perché è stato sincero”.