Meno due al campionato: tra voglia di nuovo e qualche perplessità
L’ambiente intorno al Toro è in fermento. Il caso Maresca, che segue la cessione di Ogbonna alla Juventus e l’addio a Bianchi, se da una parte sposta l’attenzione e la distoglie dalla squadra allontanando così il ricordo della sconfitta in Coppa Italia con il Pescara, dall’altro ha creato un clima teso fra tifosi e società che potrebbe acuirsi se domenica sera con il Sassuolo il Torino non sfoderasse prima di tutto una prestazione convincente e poi anche una vittoria. Un mezzo passo falso (pareggio) o, ancor peggio, un vero e proprio scivolone (sconfitta) andrebbero a aumentare i dubbi di chi pensa che i pur tanti acquisti non siano del tutto funzionali e che prima dell’inizio del campionato bisognava prendere i giocatori (portiere, terzino sinistro, centrocampista e magari anche un attaccante) che ancora mancano per completare la rosa e minerebbe le convinzioni di chi ritiene che la formazione sia più competitiva di quella dello scorso campionato.
Il Torino ha cambiato modulo, dal 4-2-4 al 5-3-2, e con l’innesto di parecchi nuovi giocatori (Padelli, Maksimovic, Bovo, Moretti, Farnerud, Bellomo, El Kaddouri, Immobile e Larrondo) è inevitabile che abbia bisogno di tempo per essere assemblato e per riuscire a giocare come vorrebbe l’allenatore, però si sa che iniziare bene è un ottimo viatico per disputare una stagione senza troppi patemi. I tifosi non chiedono altro che impegno e un campionato che alla fine porti un piazzamento migliore di quello ottenuto nella scorsa stagione (quint’ultimo posto e 39 punti in classifica, ma uno in più sul campo se si considera la penalizzazione iniziale) e soprattutto senza un finale in salita che ha prodotto l’ultima vittoria il 17 marzo (Lazio) e poi cinque sconfitte (Napoli, Roma, Fiorentina, Juventus e Milan) e quattro pareggi (Bologna, Genoa, Chievo e Catania).
Giocare la prima di campionato con il Sassuolo, che mai prima nella sua storia ha calcato i campi della serie A, sicuramente non può essere considerato dal Torino un impegno particolarmente ostico e insidioso. E’ vero che i neroverdi saranno euforici per questa prima volta, ma è altrettanto vero che un po’ d’emozione la patiranno e di conseguenza nell’arco dei novanta minuti più recupero i granata potranno approfittarne, a patto che sappiano creare occasioni per segnare e che soprattutto le sfruttino a dovere. Il Sassuolo nonostante sia una neo promossa e sia al suo primo campionato di serie A non è squadra che vada sottovalutata, ma il Torino deve dimostrare di aver acquisito la mentalità giusta e la capacità di imporre il proprio gioco, con chi qualitativamente non è nettamente superiore, senza attendere le mosse dell’avversario e provare a regolarsi di conseguenza in modo da affrontare la massima divisione non da meteora bensì da chi la vuole frequentare con assiduità. I granata devono avere se non proprio ancora la mentalità da Toro fatta di grinta, voglia di lottare fino all’ultimo e orgoglio dato dal senso d’appartenenza dovuto alla storia e al dna, almeno quella che hanno avuto negli ultimi anni squadre e società come il Chievo o il Parma o ancora il Catania, che si sono ritagliate un posto di tutto rispetto nel panorama calcistico italiano, regalando così parecchie soddisfazioni ai propri tifosi.
Il popolo granata non ha mai fatto mancare il proprio sostegno ai suoi giocatori, ma chi va in campo, e anche chi governa squadra e società, deve meritarsi con i fatti l’affetto e il riconoscimento, beni che non possono essere comprati e tanto meno sono dovuti. Vincere e convincere con il Sassuolo e ufficializzare gli ingaggi dei giocatori che servono a completare la rosa, con elementi validi e non invisi al pubblico, indubbiamente renderebbero l’ambiente più sereno, i tifosi e i giocatori non chiedono altro.
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