Mazzarri vuole giocatori motivati e che non considerino il Torino un ripiego
Che sia una questione di soldi è palese altrimenti le trattative per Peres e Verissimo sarebbero già concluse. C’è un po’ di differenza nei singoli casi. Peres non vuole rinunciare a quanto guadagna nella Roma, un milione ottocento mila euro e magari anche qualche cosa di più grazie ai bonus. Mentre per quel che riguarda il secondo c’è la speranza di strappare fin da subito un contratto non da neofita del calcio italiano, ma già da giocatore di un certo spessore, infatti, il Torino offre a Verissimo cinquecento mila euro, cifra che con qualche bonus può un po’ lievitare, ma che non arriva al milioncino che vorrebbe l’interessato. Comunque la questione per quel che riguarda il difensore centrale del Santos non è solo l’ingaggio, ma soprattutto la volontà del club brasiliano di cederlo ricavando il massimo possibile e i tira e molla sono un’evidente conferma di questo. Tutt’altro scenario per Acquah che ha manifestato in tempi differenti, già l’estate scorsa e non solo, la volontà di giocare in Premier, che comporta anche guadagnare di più. Al Torino il ghanese, arrivato nel giugno del 2015, non ha mai convinto appieno né con Ventura, né con Mihajlovic e neppure con Mazzarri e ha un contratto in scadenza il prossimo anno.
Una squadra per raggiungere gli obiettivi, dichiarati oppure no, ha bisogno dei giocatori giusti e mister Mazzarri in tal senso è stato chiarissimo: “Tutti dovranno essere motivati e giocare per la squadra e nessuno per se stesso. Voglio giocatori funzionali e coinvolti in modo che diano sempre il cento per cento in modo da non dover mandare in campo chi è solo al sessanta-settanta per cento perché non hanno giocato per alcune partite. E’ per questo che voglio una rosa non con un numero non eccessivo di giocatori, ma che siano di qualità”. E’ evidente che calciatori che aspirano a giocare altrove o che accettano di giocare nel Torino perché altrove non hanno spazio o che scelgono il club granata come possibile approdo per introdursi nel calcio Italiano non partono con le migliori premesse tanto più se pretendono anche ingaggi di un certo tipo e non danno, per motivi differenti, assolute garanzie di resa in campo.
Sarebbe meglio che il Torino prima di prendere un giocatore valuti attentamente anche il comportamento tenuto in fase di trattativa perché è una possibile spia dell’atteggiamento che avrà il calciatore anche in seguito. Giusto per capirsi quando è stato preso Moretti non ha inscenato in sede di trattativa tira e molla, che danno poi adito anche al club di appartenenza di alzare la posta, e si è accordato con il Torino in tempi brevi e la sua resa poi è stata ed è di dominio pubblico. Trattenere poi giocatori che in più occasioni hanno manifestato la volontà di andare altrove e nel tempo non hanno mai fatto la differenza ha ben poco senso.
Anche per quel che riguarda giocatori top, tipo Belotti, Liajic o Sirigu, intorno ai quali è doveroso costruire la squadra se, però, hanno suscitato l’interesse di club di fascia superiore e vengono trattenuti perché legati da contratti che li vincolano al Torino e non sono arrivate per loro le offerte ritenute congrue dalla dirigenza granata per cederli c’è il rischio che sul loro rendimento, per quanto professionisti, gravi in modo più o meno influente il mancato approdo in un club che aspira a traguardi superiori disputando le coppe internazionali e lottando per i primi post in classifica. Valutare tutto con attenzione e non dimenticare le richieste di Mazzarri è il primo passo per non fare un mercato che poi porti rimpianti.