LIVE Juric: "Ilic domani non ci sarà: ha preso una botta. Ho un legame con i giocatori come mai prima"

04.02.2023 17:12 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Dall'inviata al Grande Torino Olimpico Elena Rossin
Ivan Juric
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Ivan Juric

Il Torino dopo il pareggio con l’Empoli e l’eliminazione dalla Coppa Italia ai quarti da parte  della Fiorentina  vuole tornare a vincere e arrivare la 7° posto in classifica. L’allenatore dei granata, Ivan Juric, fra poco in conferenza stampa presenterà la gara con l’Udinese, che si disputerà domani alle 15 allo stadio Grande Torino Olimpico.

Cosa può dare Ilic al Torino e che alternative sono Gravillon e Vieira?
"Ilic domani non ci sarà perché ha preso una botta. Ivan l'ho voluto fortemente perché può essere il presente, ma anche il futuro. Nel senso che è già un buon giocatore. Se devo fare un paragone con Lukic devo dire che è meno forte in questo momento di Sasa però mi auguro che possa raggiungerlo e superarlo. Arriva da un infortunio lungo e poi è stato dieci giorni senza fare allenamenti a causa del casino di dove doveva andare e non è al massimo della forma. Oggi ha preso una botta e non giocherà domani, ma penso che sia un investimento a lungo termine importante perché in lui io vedo un giocatore che può crescere e giocare bene. Gli altri due, abbiamo preso Gravillon perché Zima deve essere operato e questo intervento comporta tre mesi e anche più di assenza e magari solo alla fine del campionato potrà essere a disposizione. Senza Zima saremmo riamasti solo in quattro  e così compensiamo. Ha le caratteristiche giuste per quello che ha visto Vagnati e adesso dobbiamo inserirlo nel nostro modo di giocare e può essere sicuramente una buona alternativa. Viediamo. Vieira al posto di Ilkhan come caratteristiche e avendo perso Lukic ci mancava un giocatore un po’ più muscolare e tosto e ha equilibrato un po’ la rosa, diciamo così”

Può esserci un miglioramento in generale rispetto allo scorso anno?
"No. Penso che non sia facile. I giocatori non sono figurine se si perdono 7/8 giocatori importanti e se ne mettono altri si diventa migliori. Non funziona così, per me. In un anno e mezzo abbiamo perso, adesso anche con Lukic, giocatori importanti e maturi. Ilic non è al livello di Lukic, ma è normale perché hanno cinque anni di differenza ed è come Sasa quando arrivò al Torino. Però sono convinto che con il lavoro Ivan può raggiungere e magari anche superare Lukic. Ci vorrà tempo. Abbiamo una squadra che a me piace tantissimo e anche a Firenze mi è piaciuta tantissimo per la l’applicazione e la voglia di lottare e fare nonostante tutte le problematiche che ci possono essere. Sono ragazzi a posto, giovani che vogliono lavorare tanto, crescere. Ultimamente abbiamo visto anche crescite individuali e davanti a noi c’è un periodo che possiamo affrontare bene con volontà, ambizione e provando a fare sempre meglio in modo da crescere sia come gruppo sia individualmente. Non mi pongo obiettivi di classifica perché non sono reali, voglio che i giocatori crescano e migliorino come squadra e individualmente”

L'uscita dalla Coppa Italia è stata accusata dalla squadra?
"Ognuno vede la partita a modo suo. Abbiamo fatto il massimo. Il Toro ha giocato al massimo delle sue possibilità contro una squadra che è migliore della nostra, cioè che individualmente e come squadra è superiore. Dopo la partita la mia sensazione era che ognuno dei miei ha dato il massimo di ciò che è ed ha trovato una squadra che è più forte. Per la prima volta in un anno e mezzo - le varie generazioni cambiano un po’ le espressioni della tristezza - eravamo tristi, ho visto uno spogliatoio dove c’era il piccolo sogno di passare il turno, sogno che si voleva  fortemente realizzare, e che si era dato tutto e per questo mi dispiace non essere arrivati nelle condizioni migliori alla partita: Schuurs ha dovuto giocare a destra, non avevamo cambi a causa degli infortuni, Djidji era squalificato. Non eravamo al massimo come opzioni della rosa e ho visto i ragazzi per la prima volta abbattuti. Di solito dopo tre minuti vanno su Instagram e cercano notizie, sono così, e  invece dopo la partita con la Fiorentina ho percepito la consapevolezza di non essere riuscita a fare ciò che si voleva. Però il giorno dopo ho visto che c'era una grande voglia di continuare. E questo mi è piaciuto tanto: la volontà di tutto il gruppo di riprendere la nostra strada, di lavorare, di essere consapevoli di aver dato tutto e di provare a fare una seconda parte di campionato bene, al massimo di quello che si può"

In gennaio avete preso tre gol da palla inattiva, è un problema? Vlasic sembra un po' stanco, fare la fase difensiva gli fa perdere un po’ di lucidità?
"Bravo hai detto tutto tu. Avete visto che ho parlato un po’ con Vlasic? Le palle inattive per me sono un problema di altezza dovuto a come si costruisce la squadra. Dite che rompo i c.... con Pobega o con altri, ma, con tutto il rispetto, è diverso se come vertice metti Beto oppure Linetty. Non è che non si impegnino perché s’impegnano eccome, ma se uno è alto 1,95 e un altro è 1,70 …  Se si mette un altro centrocampista così e un quinto che è così e un altro pure e un attaccante che è normale e non è Belotti che ha quella determinata struttura fisica allora si comincia a perdere pezzi. Se analizziamo quando abbiamo preso gol non si tratta di disattenzioni, magari nel derby sì sul gol sul secondo palo con la spizzata di Vlahovic, ma gli ultimi li abbiamo subiti perché gli altri sono più forti. Secondo me, quando si costruisce una squadra ogni piccola cosa conta. Possono passare tanre partite in cui non succede niente e allora si dice che va bene, però alla lunga paghi i difetti che ci sono. Cercheremo di essere ancora più tosti e magari proveremo a mettere ancora maggiore volontà a non subire gol. Cercheremo di usare Vanja di più sulle uscite anche rischiando qualche cosina.
Su Vlasic sono totalmente  d'accordo. L'ho detto anche a  lui oggi: l'ho spremuto e me ne assumo la colpa perché ho fatto riposare un po‘ Miranchuk e anche altri e lui che arrivava dal Mondiale, dove non ci si allena bene e dove ha fatto partite di venti minuti, poi non ha giocato e dopo ancora è andato in campo per 30 minuti, l’ho fatto giocare sempre fino alla fine. Lavora molto e ha una grande volontà di aiutare a livello di gioco e lo fa bene, ma riesce ad incidere di meno dove si decidono le partite, cosa che faceva nella prima parte del campionato. Abbiamo la partita domani, poi quella di venerdì e dopo ci saranno dieci giorni e così possiamo farlo scaricare un po’"

C'è stato un salto di qualità caratteriale? Stanno emergendo nuovi leader?
"Abbiamo perso tanti ottimi giocatori, non mi ripeto a ridirli. Non sono stato mai legato a una squadra come dopo Firenze, c'è un legame forte con i ragazzi. Fino adesso andava bene si era cominciato a costruire rapporti, ma tanta gente è andata via. Però nel post partita a Firenze mi sono detto che: “mi sono legato”. Ad esempio, Ricci per come sta giocando adesso e per come lo visto a Empoli e in altre partite fa gol, s’inserisce, si prende falli. Ricordiamoci di quando era arrivato che era poca cosa per me, invece adesso lo vedo completo, ma non solo come giocatore. Sono ragazzi a posto. Schuurs lo amo come persona per la voglia che ha di migliorare e di crescere, non parliamo di Buongiorno. Sento tanti ragazzi miei, sono molto legato a loro come gruppo. Molto più che in passato"

I quinti fanno fatica a segnare, questo pesa?
"E' un problema, non lo nego. Ci manca la corsa. Dodo fa 13-13,5 chilometri, mentre il nostro ne fa 10,5. Ci manca la capacità di correre che porta a chiudere le azioni e a riuscire anche a difendere. E' su questo che spingo tanto perché i quinti hanno sempre fatto tanti gol con me sia a Crotone  sia  a Verona perché chiudevano le azioni, andavano dentro. Qui in questo facciamo fatica. Faraoni ne faceva sei o sette, Lazovic anche, mentre qui non riesco a tirare fuori da loro ciò che vorrei: Aina aveva cominciato prima dell'infortunio, a Empoli e con l’Udinese, un po' a rendersi pericoloso, andava a chiudere, ma altri molto meno"

Ci spiega meglio questo legame forte con i giocatori?
"Siamo tutti umani. Sono un allenatore e si creano rapporti piano piano: loro valutano te e tu valuti i loro. Ci si scopre a vicenda cercando di tirare fuori il meglio. La mia sensazione, specialmente quest’anno perché l’anno scorso c’erano tanti problemi e varie cose per cui non riuscivo ad essere del tutto me stesso in determinate situazioni, è che sta nascendo una fiducia forte tra me e loro nonostante tutte le difficoltà che possiamo avere. Mi riferisco ai giocatori, alla squadra, e posso dire che siamo completamente uniti"

Un centrocampo con Ricci e Ilic può reggere?
"E' calcio champagne (ride, ndr). Non c’è mai la perfezione. Noi come squadra rubiamo meno palloni dell’anno scorso per le caratteristiche dei giocatori. Schuurs ruba meno di Bremer e Ricci meno di Pobega. Ma abbiamo altre caratteristiche. Scegliendo Ilic per il futuro insieme a Ricci stiamo andando su una strada in cui magari siamo belli, ma quando di ftonte troviamo uno come Amrabat non è semplice. Si devono fare delle scelte e noi abbiamo fatto questa scelta e magari avremo più possesso, più estro, più dominio e altre cose e cercheremo di migliorare in fase difensiva"

Dove la squadra può essere potenziata? Dove si può recuperare l’assenza di centimetri?
“Adesso abbiamo quattro mesi davanti e non possiamo recuperare niente. La squadra è così, Quando si costruisce una squadra si devono fare ragionamenti su tutti questi aspetti e, a volte, non si riesce a fare tutto. Cerchiamo di prendere meno calci d’angolo, punizioni e lavorare con Vanja anche facendolo rischiare di più andando maggiormente in avanti. Dobbiamo lavorare su tutti i giocatori responsabilizzandoli di più. Ma è chiaro che abbiamo questo difetto”

La partita di domani quanto conta?
"Vorrei che riprendessimo la nostra strada, sarei felicissimo di ripetere la prestazione di Firenze e lo sarei su tanti aspetti. La classifica vale, ma non mi ossessiona così tanto come ad altri, ma voglio una prestazione buona, convincente. Dovremo cercare di giocare bene, anche sedi nuovo ci mancano tanti giocatori. Dobbiamo fare una bella partita contro una squadra che ha veramente fisicità, quella vera, e  punta molto su questo aspetto"

Quanto conta porsi un obiettivo o è solo un problema esterno voler superare l’Udinese e arrivare al 7° posto?
"Sono d’accordo con te. Il mio più grande problema anche a Genova era questo: cominci il campionato e qual è l’obiettivo? Sono convinto che quello che era successo al Torino tre anni fa non era un caso: quando si galleggia a lungo o si va su o si va giù. Bisogna attaccarsi a qualche cosa. Ci volgiamo salvare? E allora lottiamo per questo e si fa di tutto. Bisogna avere un obiettivo, ma se lo metto non è reale, è una presa per il c… Non si può dire che si deve arrivare fino a quel punto perché il nostro valore non è quello per dire che dobbiamo avere questo tipo di obiettivo. Sono d’accordo ed è fondamentale creare l’obiettivo. Avrei voluto una spinta diversa dalle altre parti. Il nostro obiettivo è che i ragazzi non dico che debbano divertirsi, ma quello di crescere come squadra e come gioco, andando su ogni campo cercando di fare meglio e senza porsi limiti dicendo che loro sono solo così. No. Abbiamo fame e dobbiamo vincere, ma non dico di avere un obiettivo e poi ho un gruppo che va in depressione perché Amrabat, Gonzalez o Dodo sono più forti. L’avversario è più forte e allora faremo di tutto per raggiungere questi giocatori, ma non pongo l’obiettivo altrimenti si va in depressione e non sarebbe giusto nei confronti dei ragazzi. L'obiettivo lo abbiamo in ogni partita e in ogni allenamento e io li rompo perché in ogni allenamento mi devono dare la vita e in partita mi devono dare tutto: questo è il più grande obiettivo che possa esserci. Il resto non è reale, non è giusto nei confronti dei giocatori"

Come stanno gli infortunati?
"Radonjic è fuori per un affaticamento.  Mi dispiace per Ilic, che ha preso una botta alla caviglia, perché vorrei che entrasse nel nostro ritmo di gioco e si integrasse con i nuovi compagni. Djidji è a posto, sta bene. Pellegri ha fatto un allenamento con noi e domani lo porto in panchina"

Con Lukic avrebbe parlato ancora meglio di questa squadra?
"No, abbiamo perso un grandissimo giocatore. L'anno scorso la prima cosa che avevo notato al Torino è che c’erano due giocatori forti: Bremer e Lukic. Non si erano espressi bene e non giocavano bene per ragioni diverse, ma abbiamo fatto un lavoro stupendo con tutti e due. Lukic ha meritato di andare in Premier League, che è il campionato più forte una sorta di NBA, e con Bremer alla Juve si è perso un grandissimo giocatore. Mi dispiace perché sei mesi fa Lukic avrebbe rinnovato volentieri e dopo tutto quello che è successo è normale che abbia avuto meno voglia. La società si è trovata in una situazione svantaggiosa adesso perché Sasa non voleva firmare il rinnovo e così avevano fretta di vendere e, secondo me, hanno fatto bene. Io egoisticamente perdo un grandissimo giocatore, mentre la società sei mesi fa aveva un giocatore che voleva firmare il contratto nemmeno per tanti soldi e poi sono successe varie cose e non c’è stato il rinnovo perché Lukic non si sentiva apprezzato come credeva e sarebbe successo come accaduto con Skriniar: un giocatore che va verso la scadenza e la società perde un capitale. La scelta di Sasa è stata assolutamente penalizzante per la squadra in questo momento, però la scelta della società è stata legittima e giusta dal punto di vista economico. Spero che in altri casi si riesca a rinnovare prima in modo che noi come società siamo in vantaggio rispetto al calciatore in modo da poter decidere il loro futuro. Ma come scelta in questo momento è legittima”

Il Torino non riesce a segnare su calcio di punizione, l’ultimo era stato Ljajic?
"Anche questo dipende dalla costruzione della squadra. Sembra una ca…. Ma fino a quando c’è stato Lazaro non abbiamo fatto gol su calci piazzati o angoli, ma eravamo molto pericolosi. Se pensate a Salerno. Lazaro era uno che batteva bene le punizioni, ma senza di lui siamo di nuovo un po’ più tristi perché mancano giocatori che battono bene i piazzati. A Verona c'era Veloso e quando ci fischiavano la punizione festeggiavamo già un po’. Porta tre punti qui, due là, uno in un’altra occasione. Qui non abbiamo grandi tiratori di punizioni o di piazzati e se vedete sui calci d’angolo una volta va uno e un’altra si cambia, ci va Linetty, ci va Rodriguez. Ma non sono specialisti, Ci sono squadre che sono costruite per questo: in Inghilterra il Brentford si salva ogni anno per i gol fatti sui piazzati perché prendono giocatori apposta, ne hanno due. Ci manca quest'aspetto. Sono tutti quei piccoli aspetti e ultimamente abbiamo preso tre gol su punizione: due punti così persi a Verona altri due a Empoli e anche con la Fiorentina in Coppa Italia. Cambia tutto. L’unico è Schuurs eventualmente per le punizioni".